L’articolo di Antonio Ziino datato 29/06/2013, pubblicato su Stabia
Channel.it, mi dice che Antonio Gargiulo esiste ancora come uomo e come
pittore, come artista eclettico dal pensiero vivace con lo sguardo rivolto al nostro
tempo e alle atmosfere della sua città che è stata sempre qualcosa in più di un
paesaggio anemico e asociale, tenuto conto dei fervori che sempre l’hanno
animata sia a livello di crescita industriale ed umana, fino a farla apparire paradiso
in terra e anticamera dell’inferno allo stesso tempo.
Da ’Immagine altra “
alla pittura di oggi è mutata nell’arte di Antonio solamente la sensibilità, la
maturità, la padronanza espressiva e sintattica diventando una pittura sempre
più autonoma, un concentrato di esercizio della propria personalità artistica
capace di rappresentare anche le sensazioni più lancinanti ed iperboliche, ma
anche un racconto del nostro tempo attraversato da tante istanze e da tanta
imponderabilità.
Da quando lo conosco ha sempre operato con curiosità e una immaginazione
vivace capace di raccogliere gli stimoli che ogni giorno la vita ci fornisce.
Capire un artista non è un esercizio facile in quanto è
impossibile allineare tutta la sua produzione su un solo piano per farsene un’idea,
accertarne i caratteri, le varianti, le indecisioni, i ripensamenti, i cambi di
direzioni, ecc.
Senza disprezzare i cervellotici le opere vanno lette
adoperando i propri sentimenti, il proprio sentire, confrontandole con le
proprie aspirazioni o con il progetto di vita che si è fatto a livello politico
e umano per poter provare, passando davanti all’anticamera del suo atelier, una
sensazione di disagio o di benessere, per sapere se viviamo dentro o fuori
dalla nostra realtà, di accertare il nostro grado di conoscenza e di comprensione
della nostra umanità nella disperante incertezza della sopravvivenza.
Gioacchino Ruocco
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