mercoledì 31 luglio 2013

Cristian Gragnaniello: Junior doctor of the year”, un premio all’eccellenza mondiale di grandissimo prestigio




Medico insigne emigra a Sydney

Post n°11641 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da stabia_info

Cristian Gragnaniello, tra i nove medici più bravi del mondo candidato al premio Bmj di Londra

NAPOLI. Quando il direttore della Scuola di specializzazione in Neurochirurgia, della Seconda Università di Napoli, Aldo Moraci, lo vide per la prima volta impugnare il bisturi con la mano sinistra, ebbe un’esitazione: dove poteva mai arrivare questo giovanissimo neolaureato? Bravissimo, era chiaro, già pronto ad affrontare una impegnativa branca della medicina, a soli 25 anni. Ma mancino. Cristian Gragnaniello, però, non ha deluso le aspettative di chi ha puntato su di lui. Oggi ha 31 anni ed è un neurochirurgo formato in parte a Napoli e in parte negli Stati Uniti, un talento incluso nella rosa dei nove finalisti del Bmj (British Medical Journal), della categoria “Junior doctor of the year”, un premio all’eccellenza mondiale di grandissimo prestigio. La cerimonia si terrà il prossimo 10 marzo all’hotel Hilton di Londra: red carpet e serata di gala, medici trattati come star di Hollywood. E il nome di questo giovane luminare di Castellammare di Stabia, figlio di un vigile urbano e di una sarta, è già sul sito del Bmj Award, basta cercare su Google. Ma, se sullo scenario internazionale Cristian Gragnaniello riceve la nomination mondiale come migliore giovane medico dell’anno, in Campania è destinato a finire nell’elenco dei “cervelli in fuga”. Infatti, oggi la sanità della nostra regione preclude ai giovani medici - per quanto lungo e prestigioso sia il loro curriculum - l’ingresso nella professione. «I concorsi sono bloccati» commenta con rammarico Gragnaniello, che si affretta ad aggiungere: «Però io sono stato fortunato, le mie umili origini non mi offrivano molte speranze in questa professione. Invece il professor Moraci ha voluto che sviluppassi la mia tesi anche a Stanford, in Usa». Una tappa fondamentale per un neurochirurgo di talento, ma che richiede anche un capitale economico su cui poter contare. «Sono stati i rotariani di Castellammare di Stabia a offrirmi questa opportunità - spiega Gragnaniello - grazie a una borsa di 23 mila dollari ». Lo racconta con grande umiltà, poiché in realtà Gragnaniello è risultato primo tra i 62 candidati di tutti i club Rotary che partecipavano alla borsa “Ambasciatori della Pace”. Ed erano 50 anni che al Club Rotary di Castellammare di Stabia non veniva assegnato un riconoscimento di tale prestigio. In Usa, all’Università di Stanford ha preparato la tesi, poi ha lavorato 18 mesi a Little Rock, in Arkansas e successivamente anche in Canada e a Praga. Lavori retribuiti che a Napoli sono destinati a restare un ricordo. Eppure, Gragnaniello rappresenta proprio quello che si suole definire un “capitale umano” inestimabile, con tutto il suo bagaglio di studi e due brevetti registrati in Usa. Il primo su una tecnica chirurgica per la mastoidectomia guidata dalle fluorescenze (chi ha curiosità di vederlo all’opera con il bisturi nella mano sinistra può cercarlo su Youtube) e il secondo su una tecnica di training, che prevede la creazione di un tumore artificiale, mediante l’utilizzo di un polimero, sul quale gli allievi di neurochirurgia possono addestrarsi simulando l’intervento. Lavori che sono stati premiati dalla Scoietà europea di chirurgia del basicranio e che gli sono valsi un premio della Società Italiana di Neurochirurgia per la migliore comunicazione alla Conferenza della Sezione Specializzandi. Gragnaniello è il frutto di un investimento culturale combinato tra la Seconda Università di Napoli e gli Usa, dove è stato allievo del luminare della chirurgia del basicranico, Al Mefty (presidente del World Academy of Neurosurgery). E che cosa fa oggi il dottor Gragnaniello a Napoli? Il volontario. È naturalmente bene accolto, presso l’ospedale pediatrico Santobono dove opera sui bambini insieme con il professor Giuseppe Cinalli, primario della neurochirurgia infantile. Mentre continua a frequentare l’Università, dove ha conquistato un dottorato di ricerca (senza borsa, cioè a zero euro) in Fisiopatologia sperimentale e neuroscienze presso la Sun, coordinato dal professor Bruno De Luca. Il corso comincia a febbraio prossimo e durerà tre anni, consentendogli di poter continuare ad approfondire i suoi studi (completamente a carico della mamma, un’anziana sarta da tempo vedova) e di recarsi di nuovo all’estero. Lo attende l’Australia, un posto a Sydney, alla MacQuarie University, nella Chirurgia della malformazione arterovenosa, con i professori Morgan e Stoodley. La sua mamma non sa che dovrà andare così lontano, dice che il figlio presto partirà per l’Austria, che confonde con l’Australia, e già si prepara a spedirgli pacchi di formaggio e pasta italiana, come faceva quando doveva aiutare il suo ragazzo in Usa. 
Rosa Benigno - Il Roma

Me lo ha segnalato mio fratello che abita ancora difronte alla casa dove Cristian è nato ed è cresciuto.
Conoscevo il padre che abitava difronte ai miei dal 1954. 
Nello stesso palazzo è vissuto per anni anche Sebastiano Somma.
Degli altri parleremo la prossima volta.

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