EDITORIALE – Juve Stabia,
cronaca di una giornata storta
9 Dicembre 2019 12:22
Non c’è il colpo di
scena. Al Romeo Menti passa il Frosinone di Alessandro Nesta che supera una
Juve Stabia rimaneggiata e confusa che, nelle condizioni che hanno preceduto la
sfida al Campione del Mondo, poco in più poteva fare. Troppo elevato il divario
tecnico tra le squadre, accentuato dall’emergenza infortuni che ha costretto
Fabio Caserta a schierare un undici a dir poco sperimentale. Finisce con il
doppio passivo per i gialloblu che, solo per sfortuna ed imprecisione dei
laziali, non ha assunto contorni più pesanti; al di là della rete del raddoppio
trovata da Ciano poco prima del triplice fischio, la vittoria del Frosinone non
è mai stata in discussione dopo il vantaggio di Beghetto.
Ingeneroso il
confronto tra la rimaneggiata difesa stabiese ed il forte attacco frusinate,
capace di mettere i brividi a Russo quasi ad ogni azione; impari la sfida nella
sfida tra Ariaudo e Forte, con l’attaccante stabiese inghiottito dalla
retroguardia ospite; impalpabili i centrocampisti stabiesi, ad eccezione del mai
domo Calò, nell’arginare le tante idee e la corsa del Frosinone. Non era certo
nella gara di ieri, in parte segnata già prima del fischio iniziale dalla
completezza dell’avversario e dai guai gialloblu, che la Juve Stabia doveva
cercare punti pesanti per la propria salvezza ma, proprio per la complessità
del’ultimo match, come dei prossimi, aumenta il rammarico per quanto non è
stato fatto in molte delle scorse gare, ampiamente alla portata della squadra
di Caserta.
“Se avessimo fatto
risultato pieno a Chiavari non saremmo certo salvi” – aveva evidenziato alla
vigilia il tecnico della Juve Stabia. Certamente vero, come vero è che un
risultato positivo in Liguria avrebbe permesso di attutire la prevedibile
caduta al cospetto del Frosinone. Stesso discorso per la trasferta di Livorno,
con la gara buttata dopo il vantaggio trovato da Calò contro la squadra forse
meno performante del campionato, che ieri ha esonerato il suo (ex) allenatore
Breda, ma capace di fare la voce grossa contro le “Vespe”. Le considerazioni
che anticipano la trasferta di Verona, in programma venerdì, devono essere,
soprattutto in questa situazione, improntate all’equilibrio ed alla lucidità.
Le due dolorose
sconfitte consecutive non compromettono irrimediabilmente la corsa alla
salvezza, che deve essere ripresa però subito cercando di limitare i danni
durante l’emergenza. Tutto è ancora possibile, ma sono tre i punti che dividono
la Juve Stabia da chi la precede (la Cremonese) quindi bisogna ridurre al
minimo le battute d’arresto per evitare che il solco inizi ad essere troppo
profondo. Non esistono medicine miracolose per superare il momento ma
palliativi per non ammalarsi oltremodo sì: non è il momento di sperimentare o
di tentare soluzioni più sfrontate che concrete. Tocca fare di necessità virtù,
offrendo in primis copertura e supporto alla difesa, che soffriva già prima dei
forfait dei suoi colossi, per poi cercare di sorprendere in velocità
l’avversario. Ripartire dalle cose semplici per invertire la rotta.
Al di là delle più e
meno incisive soluzione tattiche del momento, è poi chiaro che tanti, troppi,
elementi scelti in estate non sono in grado di svolgere i compiti per cui la
dirigenza stabiese ha puntato su di loro. Di una rosa più che abbondante, circa
un quarto dei suoi componenti non si è mostrato idoneo a poter dare il
contributo immediato e significativo di cui ha bisogno una squadra che deve
salvarsi. Inutile puntare il dito su chi ha fatto le scelte o su chi non sta
rendendo come da attese; se ne tenga però conto a gennaio per intervenire in
modo incisivo e profondo.
Ci saranno ancora
giornate dure, in cui la delusione sarà maggiore della soddisfazione ma si
faccia in modo di non rivivere altre giornate storte come quella di ieri.
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