CASTELLAMMARE DI STABIA. Linee guida per la privatizzazione della partecipata Terme di Stabia spa: via libera dal consiglio comunale di Castellammare. All’1 circa di questa notte l’assise ha approvato il provvedimento con 14 voti favorevoli, 1 astenuto e 5 contrari. La delibera consiliare contiene il piano di concordato che l’amministrazione comunale dovrà sottoporre ora al Tribunale di Torre Annunziata.
Il prossimo 14 giugno, infatti, il giudice dovrà decidere se dichiarare fallita o meno la municipalizzata Terme già in liquidazione. Il piano è comunque stato rigettato in toto dalle organizzazioni sindacali: i lavoratori, costituitisi in 120 a formare la società cooperativa «Stabiae Terme» sottoporranno al Tribunale anche la loro proposta di gestione, parallelamente a quanto messo in opera dall’Ente di Palazzo Farnese. Il sindaco del Pd Nicola Cuomo, in aula, ha ribadito che la privatizzazione rappresenta l’unica strada per salvare Terme dal fallimento.
La maggioranza ha retto alle critiche dei lavoratori e alle accuse mosse in consiglio dall’opposizione, presentandosi compatta al fianco del primo cittadino.
L’ipotesi di concordato è stata elaborata dal Settore Economico Finanziario e Fiscalità Locale. Nel piano anche Sint (partecipata che detiene il patrimonio immobiliare termale) ha un ruolo decisivo. Come prima cosa Sint dovrebbe dismettere l’Hotel delle Terme mediante procedura ad evidenza pubblica entro il 31 marzo 2015.
Un bando che prevede una «premialità» per l’offerta che garantirà l’assunzione del maggior numero di dipendenti di Terme alla riapertura dell’albergo. Di pari passo si procederà con la privatizzazione della gestione del complesso del Solaro, ovvero di Terme di Stabia. Il pacchetto prevede la cessione dell’azienda comprensiva delle convenzioni per le cure termali con il Servizio Sanitario Regionale, la prelazione per l’acquisto dell’Hotel delle Terme, la cessione del contratto di affitto delle Nuove ed Antiche Terme per trenta anni prorogabili di ulteriori trenta, e l’eventuale sfruttamento, in sub-concessione dell’Acqua della Madonna.
Il tutto dovrebbe avvenire con procedura ad evidenza pubblica ad un presso a base d’asta non inferiore a quattro milioni di euro, da realizzarsi dopo l’ok da parte del Tribunale di Torre Annunziata. Il bando terrà in considerazione il volume degli investimenti proposti dai partecipanti nonché al numero dei lavoratori di Terme che ci si impegna ad impiegare nell’ambito del proprio business plan.
Il prossimo 14 giugno, infatti, il giudice dovrà decidere se dichiarare fallita o meno la municipalizzata Terme già in liquidazione. Il piano è comunque stato rigettato in toto dalle organizzazioni sindacali: i lavoratori, costituitisi in 120 a formare la società cooperativa «Stabiae Terme» sottoporranno al Tribunale anche la loro proposta di gestione, parallelamente a quanto messo in opera dall’Ente di Palazzo Farnese. Il sindaco del Pd Nicola Cuomo, in aula, ha ribadito che la privatizzazione rappresenta l’unica strada per salvare Terme dal fallimento.
La maggioranza ha retto alle critiche dei lavoratori e alle accuse mosse in consiglio dall’opposizione, presentandosi compatta al fianco del primo cittadino.
L’ipotesi di concordato è stata elaborata dal Settore Economico Finanziario e Fiscalità Locale. Nel piano anche Sint (partecipata che detiene il patrimonio immobiliare termale) ha un ruolo decisivo. Come prima cosa Sint dovrebbe dismettere l’Hotel delle Terme mediante procedura ad evidenza pubblica entro il 31 marzo 2015.
Un bando che prevede una «premialità» per l’offerta che garantirà l’assunzione del maggior numero di dipendenti di Terme alla riapertura dell’albergo. Di pari passo si procederà con la privatizzazione della gestione del complesso del Solaro, ovvero di Terme di Stabia. Il pacchetto prevede la cessione dell’azienda comprensiva delle convenzioni per le cure termali con il Servizio Sanitario Regionale, la prelazione per l’acquisto dell’Hotel delle Terme, la cessione del contratto di affitto delle Nuove ed Antiche Terme per trenta anni prorogabili di ulteriori trenta, e l’eventuale sfruttamento, in sub-concessione dell’Acqua della Madonna.
Il tutto dovrebbe avvenire con procedura ad evidenza pubblica ad un presso a base d’asta non inferiore a quattro milioni di euro, da realizzarsi dopo l’ok da parte del Tribunale di Torre Annunziata. Il bando terrà in considerazione il volume degli investimenti proposti dai partecipanti nonché al numero dei lavoratori di Terme che ci si impegna ad impiegare nell’ambito del proprio business plan.
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