sabato 27 aprile 2013

Confraternita di Santa Maria di Piedigrotta e dei Santi Gennaro e Catello (Taranto) :Stabiesi a Taranto.


CONFRATERNITA DI ESPORTAZIONE





La confraternita fu fondata il 5 agosto 1895 con decreto dell'arcivescovo di Taranto Pietro Alfonso Jorio nella chiesa di San Francesco di Paola in Taranto.
La fondazione fu voluta da alcuni operai del Regio Arsenale Militare Marittimo di Taranto che erano originari di Napoli e Castellammare di Stabia, per tale motivo il sodalizio fu intitolato alla Madonna di Piedigrotta, San Gennaro (Patroni di Napoli) e San Catello (Patrono di Castellamare di Stabia).
Gli scopi della fratellanza, oltre a quello di culto, erano il mutuo soccorso fra i confratelli ed in caso di morte,la sepoltura nella cappella gentilizia della confraternita per tutti i membri.
Secondo lo statuto del 1895 alla confraternita possono aderire coloro che sono di origine napoletana o stabiese che per vari motivi vivono in Taranto e anche persone che sono di Taranto
La confraternita celebrava con solennità la festa della Madonna di Piedigrotta e dei due santi patroni e partecipava alla processione di San Francesco di Paola.

La confraternita si esaurì subito dopo la Seconda guerra mondiale a causa del periodo del fermo post-bellico dell'arsenale e a causa del ritorno a casa della maggior parte della comunità partenopea di Taranto. Attualmente la confraternita si è trasferita nella chiesa di Sant'Agostino.

Abito di Rito 

I confratelli indossavano un abito molto diverso rispetto alle altre congreghe tarantine perché richiamava la tradizione napoletana. L'abito di rito era così composto:
·     a differenza di tutte le congreghe di taranto i confratelli non indossavano un cappuccio sul capo ma si legavano al collo un grande cappuccio che scendeva sulle spalle con dei grossi buchi per gli occhi,
·       Mozzetta celeste chiusa con un solo bottone nella parte superiore con cucito sulla sinistra un medaglione che raffigurava i santi titolari del sodalizio,
·          Camice bianco,
·          Cintura di seta rossa,
·         
Scarpe nere e calze bianche.

Bibliografia 

·                    Nicola Caputo, Destinazione Dio, Mandese Editore, Taranto 1984
·                    Antonio Rubino, Le confraternite laicali a Taranto dal XVI al XIX secolo, Schena Editore, Fasano 1995


sabato 20 aprile 2013

Alfonso Guadagni: regista.

Ho conosciuto Alfonso sui banchi di scuola media dai Salesiani . Eravamo nella stessa classe. Finite le medie ci perdemmo di vista nonostante Castellammare non sia, ancora oggi, una metropoli. 

Lo ritrovai al Circolo Internazionale di Castellammare, ancora su Corso Vittorio Emanuele, nel 1976 quando vi approntai delle mostre di pittura di artisti romani e successivamente in casa di Italo Marino, cognato di mia moglie, già in compagnia di Lucia Cassini e ancora su a Faito sempre in casa di Italo.

Non ci siamo mai rivisti, i nostri percorsi non coincidevano e di lui mi è rimasto soltanto un grande ricordo senza tante connotazioni.

All'epoca della scuola abitavo al San Marco e lui su corso Vittorio Emanuele in prossimità del Cinema Corso. Lo rividi per televisione come regista di un programma dedicato all'attore Achille Millo incredibilmente dimenticato ma di grande successo che alternava al repertorio italiano quello napoletano












Nelle cronache di teatro si legge spesso che molti attori si sono formati sotto la guida di registi come... tra i quali non manca mai quello di Alfonso Guadagni.

Con questa nota lo voglio ricordare ai miei concittadini, molti dei quali potrebbero arricchirla con i loro ricordi fotografici e scritti e anche a quelli che non ne hanno memoria o lo hanno semplicemente dimenticato.



Note provvisorie.


Teatro Due Di Alfonso Guadagni

Indirizzo: via Francesco Cilea 26, 80127

Stage di Teatro Chi è di scena? Eduardo - Il Teatro di Eduardo De Filippo - 1998
A cura di Alfonso Guadagni e Bruno Tabacchini
Tenutosi presso l'Università degli Studi di Salerno (Fisciano), in collaborazione con gli organismi di coordinamento degli studenti.
Docenti: ALFONSO GUADAGNI, MARIA ROSARIA BELMONTE, ENZO CASTALDO.

Suoni e Scene al Castello. Castel dell'Ovo, Napoli - 1995
Rassegna di Musica, Teatro, Cinema e Mostre.
Mostra fotografica‚ La memoria e l'immagine‚ a cura di BRUNO PEZZELLA.
Mostra dei pupi della tradizione napoletana di NICOLA FURIATI.
Teatro: I TRETTRE', ALFONSO GUADAGNI e ANNA VENEZIANO, RINO MARCELLI e ROSA MIRANDA, GIGIO MORRA, PEPPE BARRA, BENEDETTO CASILLO.
Musica: IRENE FARGO, MIRNA DORIS, PINO DE MAIO, ANTONIO SORRENTINO, GIANNI LAMAGNA.
Cinema: rassegna del cinema napoletano a cura di LUCIO CIOTOLA.

1995 "150 la gallina canta di Achille Campanile"
Regia: A. Guadagni - Ruolo: Attore - Genere: Rassegna

1994 "Les femmes savantes (tratto da Molière)"
Regia: Alfonso Guadagni - Ruolo: Attore - Note: Presso il Teatro Cilea di Napoli -

Maria Nazionale debutta come attrice al teatro Sannizzaro di Napoli con "Pensieri di donna" scritto da Bruno Tabacchini per la regia di Alfonso Guadagni.

·                    1998 - La donna di Viviani, regia di Alfonso Guadagni.
·                    1998 - Emozioni, protagonista regia di Alfonso Guadagni.

Empoli - Juve stabia 5 - 0 e Cittadella Juve stabia 1 - 0

E' difficile commentare le ultime due partite giocate dalla Juve Stabia che si è arresa prima all'Empoli per 5 a 0 e poi al Cittadella per 1 a 0.


CITTADELLA-JUVE STABIA 1-0. 

Braglia: “Dobbiamo salvarci, i processi si fanno alla fine”


Per me sono risultati equivoci e da inciucio da prima e seconda repubblica. Una squadra che si arrende dopo aver fatto i conti pensando ad una salvezza inevitabile con 1 o 2 punti che potrebbe ancora recuperare è roba da matti o da persone informate dei fatti, da sentire ed ascoltare distesi sopra un lettino di terapia.

La squadra e la dirigenza deve cambiare mestiere. Una squadra comunque vada deve essere tale anche se perdente ma vivacchiare per durare offende chi la sostiene privandosi anche di quel poco che spende nel seguirla.

Ma quali processi vuole fare Braglia ?
E' stato sconfitto dalla compagine che va per conto proprio e dalla società che non vuole vedere complice di situazioni che i prestiti possono aver generato e i pochi soldi da spendere.

Una società cosi è ricattabile ogni giorno, ma non dalla tifoseria che è riuscita ad avere ben poco.

giovedì 18 aprile 2013

GIANFELICE iMPARATO : ATTORE


Gianfelice Imparato

Uomo di teatro

Data nascita: 1956, Castellammare di Stabia (Italia)

MYmovies 2013 - Nicoletta Dose

Lo terrò presente
dal film Gomorra (2008) Gianfelice Imparato è Don Ciro

Attore napoletano di tradizione teatrale. Dopo numerose esperienze sul palcoscenico, diventa uno dei volti più interessanti del cinema italiano contemporaneo, dove si diletta in diverse interpretazioni memorabili in film di grande rilievo, come Il divo o Gomorra.

Il teatro apre la strada al cinema d'autore
Cresciuto in provincia di Napoli, nella località balneare di Castellamare di Stabia, il giovane Imparato lascia presto gli studi universitari per dedicarsi alla passione per la recitazione. Nel 1976 entra a far parte della compagnia di Mico Galdieri che gli dà l'occasione di partecipare ad importanti spettacoli teatrali, dal capolavoro "La gatta Cenerentola" diretto da Roberto De Simone a diverse opere realizzate da Eduardo De Filippo. Dopodiché, dal 1982 al 1986, entra nel gruppo di Carlo Cecchi che lo dirige in diversi adattamenti di Molière, Shakespeare, Cechov, T. Bernhard e altri ancora, spesso con ruoli da protagonista. 


Nel 1984 debutta al cinema in Un ragazzo e una ragazza, commediola con Jerry Calà e Serena Grandi, poi si riscatta con esperienze tutte di alto valore, come Bianca di Nanni Moretti o Enrico IV di Marco Bellocchio, dove compare in un cast d'eccezione, da Claudia Cardinale a Marcello Mastroianni. Malgrado le parentesi cinematografiche, non perde l'amore per il teatro che si esprime positivamente nel 1994 con l'esordio come autore della commedia "Casa di frontiera", che interpreta in prima persona e fa dirigere all'amico Gigi Proietti. Nel 1996 passa al ruolo di regista per "Una tragedia tutta da ridere", di cui è anche autore, poi nel 1999 dirige per la prima volta una messinscena non propria, "La festa" di Spiro Scimone. 

Al cinema con Scola, Monicelli e Bellocchio
Il 1995 è un anno intenso per la carriera dell'attore napoletano: lo vediamo in Pugili di Lino Capolicchio, in Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola con Alberto Sordi e Isabella Ferrari e in Facciamo paradiso di Mario Monicelli dove recita a fianco di Philippe Noiret e Margherita Buy.

Dopo L'amico di Wang (1997) e Vuoti a perdere (1998) ritorna al lavoro con Monicelli per la commedia Panni sporchi. 
In ambito teatrale, ormai consacrato dal successo e dal consenso delle più importanti rassegne europee, Imparato decide di affrontare e mettere in scena altri scrittori, come i drammi di Pinter, "Aspettando Godot" di Beckett e, sotto la regia di Mario Martone, si impegna con la compagnia del teatro stabile di Roma nell'opera "I dieci comandamenti" di Raffaele Viviani. Nel frattempo non trascura il cinema, anche se con esiti inferiori rispetto al passato (Nella terra di nessuno diGianfranco Giagni). Nel 2002, sotto la direzione di Spiro Scimone e Francesco Sframeli, personalità provenienti dal teatro, recita in Due amici, un film su due siciliani emigrati al nord che si regge sulle regole irrealistiche del teatro dell'assurdo. Dopodiché entra a far parte del cast de L'ora di religione (2002) con Sergio Castellitto nei panni di un ateo convinto alle prese con la santificazione della madre.

La camorra e la politica al grande schermo
Nel 2003 il ruolo di Gennaro Strummolo, abitante de La Repubblica di San Gennaro nella Padania leghista di un futuro immaginario, lo rende un simpatico attaccabrighe che tenta in tutti i modi di farsi accettare dalla comunità di razzisti settentrionali. Sempre in una parte primaria, è in Basta un niente (2006) dove la musica swing è il legame di un trio divertente e strampalato di Napoli. Pur continuando la carriera teatrale, il suo primo amore, nel 2007 riesce a girare due film, Gomorra di Matteo Garrone e Il divo di Paolo Sorrentino, entrambi caratterizzati da una sensibilità per i drammi politici e sociali del paese italiano. Se nel primo è la camorra, con le sue azioni truculente e la violenza incontrollata, a portare lo sguardo dello spettatore sulla realtà napoletana, nel secondo è la vita di Giulio Andreotti a diventare simbolo della politica nostrana. Gli ultimi lavori al cinema sono Fortapàsc di Marco Risi e La bellezza del somaro (2010) di e conSergio Castellitto. Nel 2010 diventa il protagonista di Into Paradiso della regista milanese Paola Randi, dove interpreta uno sfortunato ricercatore universitario, vittima di un complotto camorristico.


Un'opera garbata che racconta la nostra società


Nella finzione, uno è un timido ricercatore precario disoccupato, l’altro un imprenditore politicante senza molti scrupoli. Nella realtà, il primo alterna il teatro al cinema, il secondo la musica al teatro e ormai anche al cinema.Gianfelice Imparato e Peppe Servillo sono i protagonisti di Into Paradiso, commedia dai toni dolceamari sul delicato tema dell’immigrazione, girata a Napoli dalla regista milanese Paola Randi, al suo debutto sul grande schermo. 
La storia di Alfonso e Gayan
Ed è un debutto al cinema anche per il duo artistico composto da Imparato e Servillo che, per la prima volta, si fronteggiano in un film. Con risultati senza dubbio interessanti. Imparato è Alfonso D’Onofrio, un anti eroe, suo malgrado, nella surreale ma realistica situazione raccontata dalla Randi nel film. “Alfonso è un ricercatore precario che perde definitivamente il posto di lavoro” racconta l’attore di Gomorra “Disperato chiederà una raccomandazione ad un vecchio amico d’infanzia, interpretato da Peppe, diventato un noto politico locale. Costui gli commissionerà, in cambio, un favore a dir poco impegnativo. E dopo una serie di eventi finiranno entrambi sul tetto di un malmesso palazzo del Cavone, quartiere napoletano dove da anni risiede la numerosa comunità singalese”. 

Fotografia di una Napoli dalle mille contraddizioni
La Randi fotografa, così, una Napoli multietnica e accogliente, ma allo stesso tempo succube di malaffare e malavita. “È stata un’esperienza molto bella” spiega Servillo che alla carriera di cantante come voce degli Avion travel, sembra voler sempre più unire quella di attore. “Non voglio prendere il posto di mio fratello Toni” scherza “Anzi dalla sua esperienza c’è tutto da guadagnare. E a breve ritornerò a lavorare proprio con lui a teatro”. E su Into Paradiso dice ancora che “è stato interessante girare una storia come questa usando i toni della commedia, che continua ad essere il genere tipico della nostra tradizione. Ci sono intrecci curiosi e personaggi forti che non lasceranno indifferenti lo spettatore”. Ne è convinto lo stesso Imparato che sottolinea come il film sia un’opera “molto garbata che con profondità racconta storie dell’anima e della nostra società”. 

Un cast eterogeneo ma affiatato
La forza della pellicola? Secondo l’attore sta nella capacità di parlare di Napoli “senza oleografia e senza immagini da cartolina” ed in questo fondamentale è stato l’occhio “esterno” della milanese Randi. Infine i giorni della lavorazione. “C’è stato molto affiatamento con Peppe - afferma Gianfelice Imparato - e lo stesso set è stata un’esperienza di integrazione, con una regista milanese, attori campani e singalesi. E tutto è andato nel migliore dei modi”.
   

Into Paradiso

continua»
 
Genere Commedia, - Italia 2010. Uscita 11/02/2011.


La bellezza del somaro

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Genere Commedia, - Italia 2010. Uscita 17/12/2010.


Fortapàsc

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Genere Drammatico, - Italia 2008. Uscita 27/03/2009.


Il divo

continua»
 
Genere Drammatico, - Italia 2008. Uscita 28/05/2008.


Gomorra

continua»
 
Genere Drammatico, - Italia 2008. Uscita 16/05/2008.



martedì 16 aprile 2013

E’ vierno e male tiempo fa







E’ vierno e male tiempo fa.
Fore ‘o terrazzo nun ce se po’ stà,
ma tu’o stesso staie a curà ‘e piantine
vaie levanne ‘e fronne ca so’ secche.

Miette cchiù riparata ‘o putrusino
E smuove ‘a terra che s’è fatta tosta.
Arracque chelle ca nun pigliano
maie acqua quanno chiove,

‘miette dint’a n’angolo ‘o vasenicola
addò ‘o sole ‘o scarfa e nun l’abbruce,
addò ‘o viento nun sconceche cchiù ‘e ffoglie
‘e chellu nnecessario p’’o scetà,

ca pure ‘e pianta dormeno
quanno s’è fatto sera
e int’’a matina sbocciano
spannenno attuorno addore

ca quanno ‘e riesce a sentere
te metteno n’ardore ncuollo
ca sceta ‘a fantasia
ca qualche verso ammolla.

Quanno te veco ‘e movere
dint’a chell’aria fredda
me vene ‘o gelo ncuollo
ca te tenesse astrenta astrenta

pe te scarfà nu poco.
E quanno gire ll’angolo
te vengo appriesse ancora c’’o penziero
comme a iere ca te venette a scorgere

ca ‘un te vedevo cchiù
pe sta cchiù tranquillo
mentre ‘o viento te scumbinave
‘e capille che t’ire fatte appena.

E ogne tanto t’aizava ‘a vesta
ca cchiù ‘e na vota
s’aggrappava a testa ‘e aloe
comme a uno c’allungava ‘e mmane

mentre a suttana, femmena e liggera,
accummigliava ‘o riesto cchiù pe sfizio
mentre ‘a jurnata ca pareva storta
steve piglianna a via ‘e s’accuncià

c’’o sole ca cchiù scemo nun puteva
pazziava  ncielo cu ‘e nuvele ‘e passaggio
lascianno qualche gocce cca cadeva.
deritta ncopp’a loggia e te bagnava.


Gioacchino Ruocco
Ostia Lido         17/04/2013
Inserita nella raccolta “Traduzioni dal greco”




lunedì 15 aprile 2013

Facesse 'na culata…


























Facesse 'na culata e ascesse 'o sole
pure si ‘o pataterne ‘o spanno addò
‘e panne stise troveno cchiù cielo
nu cielo apierto e ‘o viento pe na refola.

Si ‘a vita fosse ‘a stessa a tutte parte
che bisogno ce fosse ‘e mbara n’arte
E assettarse cu nu pantesine nnanze
pe mettere nu chiove, na furmella.

Me fanne male ‘e vvote ‘e cervelle
e gire e avota pe truvà ‘a ragiona
e ne truvasse almeno una bbona
pe n’arrecria, pe na passatella ?

Quanno ‘o penziero addeventa cchiù fforte
nun me rassegna a ll’idea d’’a morte
Me pare na quisquiglia ma è trementa
penzà che songhe muorte tanta ggente.

Pe fa che ccose po’, nun ‘o capisco.
Ce stanno tanta cose pe nu sfizio
ma nun ce n’è una ca me fa capace
pe darme ogne tanto n’ombre ‘e pace.

Quanno sarrà ‘o mumento faccio ‘o stesso
ca facette chill’ate ca screveva,
ca nun curreva c’’o pede ca teneva,
ma chianu chiano sagliette p’Antignano

Si no i’ me ne vaco p’’a Saletta
addò ll’ombra ‘e n’albero m’aspetta
pe me fa nu becchieriello e ‘a capa ‘e pane
accompagnata ‘a qualche mulignana.

Chesta è l’idea e chi ne tene n’ata
ca m’’a cuntasse pe sentì che penza.
Comme fernesce ‘a vita è n’indecenza,
qualche cungegno se sarrà nceppato.

Si nun screvesse, oj né, chesti ppoesie
m’’o spiegghe tu che fosse ‘a vita mia ?
Si nun tenesse ‘a cannarizzia ‘e vase
sta vita, oj né, me dice che ce trase ?

E menu male ca t’aggia canisciuta
si no fosse na vita appecundruta
e d’’o sparagno che n’avesse fatto
quanno me basta n’uovo ‘int’’o piatto ?


Gioacchino Ruocco
Ostia Lido         15/04/2013
Inserita nella raccolta “Traduzioni dal greco”



domenica 14 aprile 2013

Arturo Cirillo - attore


Arturo Cirillo






Diplomato all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica S. D'amico nel 1992 lavora per circa dieci anni nella compagnia di Carlo Cecchi.
Con il Nuovo Teatro Nuovo di Napoli mette in scena nel 1999 "La lezione" di E.Ionesco co-regia con Monica Nappo, nel 2002 Mettiteve a fa' l'ammore cu mme!" di E. Scarpetta, nel 2003 "L'ereditiera" di A.Ruccello e Lello Guida, nel 2005 "Le intellettuali" di Moliere (in collaborazione con il Mercadante Teatro Stabile di Napoli e Amat) e nel 2006 "Le cinque rose di Jennifer" di A.Ruccello. Con "L'ereditiera" vince nel 2004 il premio "Associazione Nazionale Critici di Teatro" e il premio "Ubu Miglior Regia"; con "Le intellettuali" vince nel 2006 il premio "Ubu miglior attore non protagonista".





Il pugile e la ballerina


 
Genere Drammatico, - Italia 2008. Uscita 07/11/2008.

Personaggi atipici in una Roma grigia, violenta e piovosa
Gabriele Niola         


























Fabio è un pugile di borgata da quattro soldi, Enzo un mercante d'arte omosessuale che
intesse con lui una storia d'amore a senso unico. Tra i pochi alti e i molti bassi, tra la violenza 
del quartiere e l'ordinaria trascuratezza passano tre anni prima che i due decidano di smettere 
di vedersi.

Contemporaneamente anche Carletto soffre il suo compagno di lavoro, Osho, un ex poliziotto 

che si finge ancora in servizio per fare piccoli ricatti, furtarelli ed estorcere qualche soldo ai negozianti. 

Così quando l'incoerenza è troppa Carletto non regge e decide di smettere di seguirlo.







NON E' UNA RECLAME - Come togliere velocemente il ghiaccio dal vetro della vostra auto

  Come togliere velocemente il ghiaccio dal vetro della vostra auto Con un acquisto di pochi euro si risolve un problema piuttosto frequente...