mercoledì 31 ottobre 2012

Ll’acquasantiera…


Sant'Anastasia - Verona

























Ll’acquasantiera nun è chiena ‘e grazie
si tu te ‘nfunn’’a mano e faie capricce.
Ll’uocchie tuoie s’appicciano‘e suspire
fino ca nun truove a chi 'ncuità.

E aiere capitaie proprie a me
dint’’o purtone, ‘int’a na zona ‘e scuro.
T’avvicinaste e me piglaste ‘e pietto
mettennemo cu ‘ spalle contro ‘o muro.

I’ te vulevo a tantu tiempo già
ma nun songo uno ca se fa acchiappà,
ma dint’’o stritto nun te resistette
e me piglaie ‘o ddoce che n’ascette.

E ogne vvote ca te veco mò
comme a nu scemo guardo suspiranno,
comme si m’aspettasse n’ata vota
ca te pigliasse n’ata cunfirenzia.





Ostia Lido       31/10/2012

Inserita nella raccolta “ TIPI “
di Gioacchino Ruocco
in via di pubblicazione su questo blog


domenica 28 ottobre 2012

Sassuolo - Juve Stabia: 1 - 0





Stadio Braglia

La partita oltre che persa quando non c’era più niente da perdere, è stata una sommatoria, fin dall’inizio del primo tempo, al 14, di falli definiti brutti da chi ne ha scritto nei propri resoconti.

I falli definiti brutti prodotti dai giocatori della Juve stabia sono stati sanzionati con l’ammonizione  al 14’  a Gaël Genevier e al 36 a Gennaro Scognamiglio, ma con l’espulsione di Stefanodi Cuonzo  al 83’ e di Ivano Baldanzeddu  al  85’ . Le numerose sostituzioni non hanno dato un volto diverso alla partita che nello svolgimento del gioco ha conservato un volto sicuramente di confronto duro a casa di una capolista che non intende rinunciare al suo primato raccogliendo anche lei ammonizioni per fallo brutto al 37’  a carico di   Richmond Boakye (ammonito),  di Marcello Gazzola al 40’ (ammonito) e dulcis in fundo di Missiroli al 93’ (ammonito) a 3’ dalla fine del recupero.

Sicuramente una partita difficile, ma per il mio modo di vedere il calcio, sicuramente arrembante e brutta per i troppi falli e ammonizioni senza recriminare sull’operato dell’arbitro che può sembrare eccessivo per chi viene colpito nel proprio interesse.

Continuo a scrivere che chi entra in campo deve essere disponibile ai contrasti anche forti, ma non produrli in maniera che diventino pericolosi per l’incolumità dell’avversario.
Bisogna mettere in campo un modo diverso di giocare dopo aver abbandonato la marcatura ad uomo degli anni scorsi.

Favoritismi non sembrano essercene stati, ma la doppia espulsione ritenuta eccessiva dai più ha messo sicuramente la Juve Stabia in condizioni precarie. Le occasioni mancate per la Juve Stabia  quella sicura di Mbakogu malamente messa a lato e di Acosty da ottima posizione con palla fuori.

Le Formazioni:

Sassuolo - Pomini, Gazzola, Marzorati, Longhi, Terranova, Missiroli, Chibsah (Troiano 73), Magnanelli ( Masucci 87), Boakye,  
                  Berardi, Catellani (Pavoletti 70); 
                  All. Eusebio Di Francesco.
                  Panchina: Valeri, Massoni, Pavoletti, Pigliacelli, Masucci, Troiano, Laverone
                  Segnature: Berardi 90'
                  

Juve Stabia - Nocchi, Scognamiglio, Baldanzeddu, Figliomeni, Di Cuonzo, Caserta, Mezzavila, Genevier (Jadayi 75), 
                  Acosty (Maury 66), Mbakogu, Erpen (Cellini 58).
                  All. -Piero Braglia.
                  Panchina: Garzegno, Murolo, Jadayi, Doninelli, Seculin, Cellini, Maury
                  Segnature: 0




giovedì 25 ottobre 2012

Alla ricerca del Paradiso con Francesco Marotta






Le visioni simboliche e surreali di
 FRANCESCO MAROTTA
Un artista del litorale romano alla ricerca della Prova del Paradiso.

Il dottor Eben Alexander, neurochirurgo americano,  finito in coma per una meningite, autore del racconto choc Proof of Heaven, La Prova del Paradiso, racconta l’incredibile rivelazione di una vita oltre la vita fatta di gioia, pace ed amore che ha portato con sé tanti cambiamenti. Anche l’artista Francesco Marotta - grafico, pittore e restauratore – nel 1999 per un blackout totale della coscienza e dei sensi a causa di un infarto, ha esplorato un simile universo post mortem, pervaso da una luce pura e da una pace assoluta subendo, dopo la sua guarigione, l’incredibile rivelazione di un mutamento sostanziale dei suoi processi creativi.
La sua pittura, precedente al coma, aveva forme d’immediata comunicazione e tematiche  legate alla realtà che spaziavano dalla natura morta al paesaggio, dai contesti urbani ai mercatini popolari, dalle figure di animali ai nudi di donna, dai corsi silenziosi dei fiumi alle tempeste di mare, dai volti buffi dei pagliacci alle composizioni floreali, resi con una sua personale sapienza compositiva, con uno stile abbreviato ed impressionista e con colori chiari ed intrisi di una luce ora fredda e mattinale, ora calda e crepuscolare.
Il coma con la sua perdita di coscienza, di sensibilità e di motilità esteriori diviene per Francesco Marotta un mezzo per liberare le sue parti più profonde, i segreti del suo inconscio e per esplorare più a fondo la sua dimensione spirituale e metafisica, un mondo del tutto nuovo svincolato dalle leggi della realtà e del pensiero.  Ed è così che la sua pittura è andata evolvendosi in un mondo di immagini con nuovi rapporti misteriosi ed inesplorati in una foresta intricata di archetipi,  di simboli e di sentimenti latenti e forti come il rimorso, l’odio, il pentimento ed il rancore. Una mutazione che lo ha lasciato smarrito e confuso, poiché si è accorto che il suo subcosciente non sempre è un paradiso e sente di eseguire le sue opere quasi attraverso una scrittura automatica. Infatti si pone come primo spettatore della sua pittura provando lui stesso la meraviglia di chi vede il quadro di qualcun altro e per la prima volta.  Gli elementi di ogni sua composizione sono  legati in maniera analogica, quasi chiusi in una loro estrema  solitudine, in uno spazio spettrale e metafisico, così che ogni immagine diviene evocativa come se alludesse allo spazio emotivo dell’esistenza, alla ricerca dell’intima essenza di ogni cosa, del senso e del significato della vita con i suoi valori ed i suoi legami che solo un sentimento forte come l’amore in tutte le sue più sottili sfumature ed implicazioni può far emergere e rivelare.
          Ed è così che nascono opere come “Verso l’interno” di grande suggestione visionaria dove l’artista rappresenta il fuoco distruttivo e irrinunciabile di un lontano amore; “Il viso nascosto” in cui ripercorre i sentieri oscuri di una passione malata; “Ricordi sospesi”  in cui emergono tutte le dicotomie esistenziali come il bene ed il male, l’amore e l’odio, l’esistere e la sua negazione; “Visione” in cui due occhi dotati quasi di poteri magici sembrano annullare le difese vitali del proprio partner; “Fragile tentativo”  pervasa da una struggente poesia esistenziale, resa attraverso simboli grafici e cromatici; “Il bene ed il male” dove il dolore umano è la metafora del concime di ogni trasformazione; “Da ogni male ci proteggono” dedicata all’Arma dei Carabinieri dove l’accumulazione dei vari elementi  concorre a creare un tessuto di fluente tranquillità e di protezione dagli strappi e dalle lacerazioni sociali;  “Il rimorso senza viso” dove un clown,  simbolo del confine invalicabile della riconoscibilità del proprio destino,  una figura di donna, indifesa nella sua nudità  e nella sua bellezza ed alcuni esemplari di dollaro concretizzano la denuncia ed il disagio di un rapporto venale, fisico, senza affinità elettive e senza armonia.
 Francesco Marotta è un artista che ha fatto del suo percorso creativo una sorta di percorso alchemico di trasformazione del “Sè” che lo ha portato a vivere l’arte a vari livelli. Infatti ha operato sia riferendosi al mondo reale dove hanno trovato spazio implicazioni sociali e la rappresentazione della vita di ogni giorno, sia quello spirituale ed innovativo dell’esplorazione del suo universo interiore e delle dimensioni superiori in un viaggio di “chiaroveggenza” artistica. Emerge chiaro e senza ombre di dubbio che per lui la pittura è il mezzo privilegiato per conoscersi meglio e ricercare ancora quel “guardiano sulla soglia”, che lui ha trovato in un episodio particolare della sua vita che lo ha portato ai confini della vita e della morte, dove tutto si annulla e il ”tutto” diventa, in un solo attimo, oggetto di un “nuovo vedere” e latore di un nuovo linguaggio sia espressivo, sia di analisi e ricerca. Anche per quest’artista, come afferma Karel Appel,  creare un’opera è come una battaglia tanto mentale quanto fisica, una lotta per liberare qualcosa che si rivela solamente man mano che si svolge il combattimento.


                                                                                         Anna Iozzino
                                                                                    (storica e critica d’arte)



  Mostra "UNA VITA PER LA CULTURA"
ROMA 2012 - Galleria  "Il Salotto dell'arte"


Alcuni momenti della manifestazione




Da sinistra: 2 opere dell'artista
Dall'esterno




Roma - 2012 - Galleria Il salotto dell'Arte


Altre manifestazioni

L'artista ad una sua mostra collettiva



Pomezia - Marotta Francesco, mentre riceve l'attestazione I° classificato al concorso di pittura  2011



L'artista ad una mostra collettiva alla quale ha partecipato

Zucchero e cafè





I’ quanta pacche ‘e zucchero e cafè
c’avimmo regalate
pe farte piglià n’ambo a fuggiata.,
nu posto ‘nterra,
pe te dà ‘a fatica
c’ognuno va cercanno pe campà
quanno s’è fatto gruosso
pe cunservà na certa dignità.

E’ overo c’’a fatica è schiavitù
ma quanno pigli’ ‘e sorde a fino mese
ogne ccose c’accatte
tene ‘o sapore suie
e no chill’ate
ca nun sanno ‘e niente
senza nu poco ‘e sale e condimento,
magnà ca te se ‘nzeppe dint’’e diente
e ‘un se fa gnottore
manca si è mazzecato
pe tutta na jurnata.

L’aiuto ‘e ll’ate
nun è sempe na gioia,
si chello ca te danno
'e vvote è jastemmato.

Truvà nu posto,
si nn’anduvine ‘a sciorta,
è nu turmiento
ca nun te lassa maie.

Pigliate nu cafè si no t’’o scuorde
quanta pacche ‘e zucchero
avimmo regalate,
ca nun aesce sempe a ffuggiata
e ll’ambo ch’è pigliato e quanno torna ?
‘A rota gira e quanno esce
nun ce sta scampo si è tuccato a te
e penza a tutt’’ o zucchero e cafè…
c’avimmo regalato….sulo pe te.


Ostia Lido       25/10/2012




Inserita nella raccolta " TIPI "
di Gioacchino Ruocco
in via di pubblicazione su questo blog

Il tempo delle mele: uno spot per la prevenzione del virus HIV/AIDS e delle malattie sessualmente trsmissibili


Il tempo delle mele un video realizzato dalla scuola secondaria E Borrelli di S.M. la Carità

Con il preziosissimo contributo di due noti attori quale Gigi Longobardi e Giovanni Rienzo i ragazzi hanno realizzato uno spot per la prevenzione del virus HIV/AIDS e delle malattie sessualmente trsmissibili

Il tempo delle mele 
Questo progetto è stato realizzato dalla Scuola Secondaria di II grado “E.Borrelli” diSanta Maria la Carità (NA) ed è tra i vincitori del quarto concorso bandito da ANLAIDS Onlus e rivolto agli Istituti di istruzione secondaria di primo e secondo per l”anno scolastico 2009/2010 che ha finanziato la presentazione di progetti di prevenzione dell”Hiv/AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili.
L’idea è stato realizzata e sviluppata dagli alunni delle terze ed ha incluso appuntamenti con degli esperti esterni che hanno illustrato alcune problematiche molto comuni negli adolescenti e, i temi essenziali trattati, sono stati le dipendenze e la tutela della salute.
Una spessa fetta di questo progetto si è concentrata sulla prevenzione dei comportamenti a rischio, ed il risultato finale è stato questo spot pubblicitario incentrato appunto su queste tematiche che si è potuto realizzare grazie al prezioso contributo di due famosi attori: Giovanni RienzoLuigi Longobardi.
ANLAIDS è dunque lieta di presentare questo spot che è il frutto dell”impegno verso la prevenzione nei confronti dei giovani, finalità del Progetto Nazionale Scuole che da anni impegna l”Associazione raggiungendo molti istituti su tutto il territorio italiano.
Per votare questo vide, basta andare sul sito Pubblicità Progresso
effettuare la registrazione ed infine
votare il video
Giovanni Rienzo e’ conosciuto al grande pubblico grazie alla sua interpretazione dell’agente Alfio Donati nella serie tv La Squadra, in onda su Rai 3.
Luigi Longobardi ha al suo attivo partecipazioni in varie fiction televisive come:
UN POSTO AL SOLE”, dove interpreta il ruolo dell’ agente immobiliare “Varriale”, ne “ LA SQUADRA”, interpreta il ruolo dell’ Agente della Penitenziaria “Serafini”, in “CAPRI” interpreta il ruolo del Sindaco di Capri.
E, sempre con gli alunni della Borrelli di S.M.La Carità nel 2008-2009 - è vincitore del Primo Premio “ARTE PER LA PACE” - Concorso Nazionale di Teatro e Tradizioni Popolari -XIX Edizione- Comune di Cimitile(Na)- per il Cortometraggio“SUPERSACCHETTA”, ideato e diretto dalui stesso e con i e Giovanni Rienzo, del corsoPON 2008 - 2009 “Su la maschera! Avanti l’ambiente”.
Nel 2009-2010 - realizza il cortometraggio “Il segreto di Luca” che nasce da un ‘idea di Gigi Longobardi e Giovanni Rienzo e diretto dal regista di “Un posto al sole” Onofrio Brancaccio, sempre con gli alunni della scuola media “Borrelli”di Santa Maria La Carità (Na) del corso PON 2009-2010 “Ciak si gira”.
In quest’anno 2010 ottiene il Primo premio della terza edizione del Concorso nazionale bandito dall’ANLAIDS Onlus, per la realizzazione di uno spot pubblicitario interpretato sempre con l’amico Giovanni Rienzo e con gli alunni della scuola media “Borrelli”di Santa Maria La Carità (Na), riguardante il “progetto di intervento mirato alla prevenzione dell’Aids e dei comportamenti a rischio”.

Gente di stabia: Giovanni Rienzo - attore



Giovanni Rienzo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Giovanni Rienzo (Castellammare di Stabia, 29 gennaio 1980) è un attore italiano.

Biografia

È noto soprattutto per il ruolo dell'agente Alfio Donati nella serie tv La Squadra, in onda su Rai 3.
Ha partecipato anche a svariate fiction tv e a varie campagne pubblicitare (le pubblicità progresso del Ministero dell'Interno, soprattutto nei periodi Natale-Capodanno). Vive tra Napoli e Castellammare.

Filmografia












Il tempo delle mele un video realizzato dalla scuola secondaria E Borrelli di S.M. la Carità

Con il preziosissimo contributo di due noti attori quale Gigi Longobardi e Giovanni Rienzo i ragazzi hanno realizzato uno spot per la prevenzione del virus HIV/AIDS e delle malattie sessualmente trsmissibili

Il tempo delle mele 
Questo progetto è stato realizzato dalla Scuola Secondaria di II grado “E.Borrelli” diSanta Maria la Carità (NA) ed è tra i vincitori del quarto concorso bandito da ANLAIDS Onlus e rivolto agli Istituti di istruzione secondaria di primo e secondo per l”anno scolastico 2009/2010 che ha finanziato la presentazione di progetti di prevenzione dell”Hiv/AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili.
L’idea è stato realizzata e sviluppata dagli alunni delle terze ed ha incluso appuntamenti con degli esperti esterni che hanno illustrato alcune problematiche molto comuni negli adolescenti e, i temi essenziali trattati, sono stati le dipendenze e la tutela della salute.
Una spessa fetta di questo progetto si è concentrata sulla prevenzione dei comportamenti a rischio, ed il risultato finale è stato questo spot pubblicitario incentrato appunto su queste tematiche che si è potuto realizzare grazie al prezioso contributo di due famosi attori: Giovanni RienzoLuigi Longobardi.
ANLAIDS è dunque lieta di presentare questo spot che è il frutto dell”impegno verso la prevenzione nei confronti dei giovani, finalità del Progetto Nazionale Scuole che da anni impegna l”Associazione raggiungendo molti istituti su tutto il territorio italiano.
Per votare questo vide, basta andare sul sito Pubblicità Progresso
effettuare la registrazione ed infine
votare il video
Giovanni Rienzo e’ conosciuto al grande pubblico grazie alla sua interpretazione dell’agente Alfio Donati nella serie tv La Squadra, in onda su Rai 3.
Luigi Longobardi ha al suo attivo partecipazioni in varie fiction televisive come:
UN POSTO AL SOLE”, dove interpreta il ruolo dell’ agente immobiliare “Varriale”, ne “ LA SQUADRA”, interpreta il ruolo dell’ Agente della Penitenziaria “Serafini”, in “CAPRI” interpreta il ruolo del Sindaco di Capri.
E, sempre con gli alunni della Borrelli di S.M.La Carità nel 2008-2009 - è vincitore del Primo Premio “ARTE PER LA PACE” - Concorso Nazionale di Teatro e Tradizioni Popolari -XIX Edizione- Comune di Cimitile(Na)- per il Cortometraggio“SUPERSACCHETTA”, ideato e diretto dalui stesso e con i e Giovanni Rienzo, del corsoPON 2008 - 2009 “Su la maschera! Avanti l’ambiente”.
Nel 2009-2010 - realizza il cortometraggio “Il segreto di Luca” che nasce da un ‘idea di Gigi Longobardi e Giovanni Rienzo e diretto dal regista di “Un posto al sole” Onofrio Brancaccio, sempre con gli alunni della scuola media “Borrelli”di Santa Maria La Carità (Na) del corso PON 2009-2010 “Ciak si gira”.
In quest’anno 2010 ottiene il Primo premio della terza edizione del Concorso nazionale bandito dall’ANLAIDS Onlus, per la realizzazione di uno spot pubblicitario interpretato sempre con l’amico Giovanni Rienzo e con gli alunni della scuola media “Borrelli”di Santa Maria La Carità (Na), riguardante il “progetto di intervento mirato alla prevenzione dell’Aids e dei comportamenti a rischio”.

mercoledì 24 ottobre 2012

NA SURGENTE ‘E CASTIELLAMMARE



















Ce songo stato, sì a Castiellammare,
(c’è na surgente p’ogne malatia)
pe me sanà da na malincunia
‘a quanne ne murette Viviani!

Tanno, murette pure papà mio.
Facenno ‘o lungomare suspiravo
e me gudevo Napule ‘e rimpetto,
l’aria d’’o mare e ll’aria d’’e muntagne!

Guardanno po ‘o Faito
penzavo ‘e ripusarm’ ’o “Quisisana”
e farme na passiata int’ ’o tramonto
p’’a strata panoramica.

Ma po’, guardann’’o mare,
annanze all’uocchie miei accumparette
na scena viva de’“Padroni di barche” e don Rafele
pareve nu disegno del Doré.

Cuntente e suddisfatte s’’o guardavano
Bernari e Ricci nzieme cu Vittorio…
E, llà pe’ llà penzaie: “Sta fantasia,
forse è l’effetto d’’a malincunia!”

Arrivato dint’’a Villa…
“Ma  songh’io, o nun songh’io?
o arriva a tanta chesta fantasia?”
Na fiamma serpiaie dint’’e vvene

e me sbullette ‘o core…
Rafele Viviani steve llà
c’’o monumento ‘e bronzo int’a n’aiuola!
Er’isso e nun  ce steva ‘a dubità.

Er’isso e me guardava
cu tanta tennerezza…
e pare studiava ‘o personaggio.
Io l’aggio salutato

cummosso affezionato…
e l’aggio recitato:
Nchiastillo, l’Emigrante,
Fravecature, ‘E zinghere.

Cu ‘o core ardente me so’ alluntanato,
sentennolo cu mme:
E… cammenanno ‘a llà, suspeso quase,
aggio penzato: ‘O vico,

Tuleto ‘e notte, ‘O buvero
e tante d’’e cummedie ‘e chesta vita,
scritte c’’o core ‘a  ‘Ll’urdemo scugnizzo!”
Sentevo ‘o murmurio pe dint’all’aria

e nduvinava ‘e vvoce, ‘e sentimente…
tutt’’e nnecessità .
E penzo e benedico
Castiellammare ‘e Stabia

ch’ha dato na surgente
ch’è ‘a cchiù beneficante,
e mette dint’all’anema,
d’’a vita, ‘e vverità.

E pe sti vverità d’’a vita mia,
scumparzo è ‘o senzo d’’a malincunia.
Mo veco a Viviani mmiez’’o cielo
‘ chistu golfo ‘e Napule,

comm’a nu Dio  ca chiagne e ca vo’ bene
e scrive ancora scene!...
Cu prose, vierze e musica e tanta umanità,
è stato nu fenomeno pe tutt’ ‘ società.


Salvatore Cerino




Note sull'autore

Salvatore Cerino nacque a Napoli il 1° gennaio 1910, nel  palazzo  sito tra Piazza Sannazaro e le Rampe di S.Antonio a Posillipo, dove alcuni estimatori fecero apporre una targa che riporta i suoi versi: “Na carezza d’aria ‘e mare, ‘nu suspiro ‘e Dio me pare”. Infatti, l’aria, il mare, la terra con la  molteplicità  dei suoi colori, la Natura, in genere, la sua partecipazione sentita alla vita dell’Umanità, sono stati i motivi ispiratori della sua poesia. A soli vent’anni scrisse il poema della Natura in terza rima: “’E qquatto staggione” che fu pubblicato in prima edizione nel 1931 e in seconda edizione nel 1976. Questo poemetto ancora oggi dopo ottant’anni riscuote ammirazione  per la freschezza del contenuto, la liricità del dialetto  e la perfezione stilistica.  Già prima del 1931 Salvatore Cerino aveva al suo attivo una vasta produzione di liriche e già Libero Bovio ne aveva apprezzato il talento e gli aveva dedicato il suo volume di poesie con la dedica: “Al giovane e valoroso poeta Salvatore Cerino, con amicizia. LiberoBovio”. Raffaele Viviani gli scrisse: “Siete il Cerino che non si spegne e fa sempre luce in ogni ricorrenza” e tale espressione è stata sempre riconfermata dalla critica.
Anche Edoardo Nicolardi ed E.A.Mario ebbero per lui, giovane poeta, ammirazione e stima (come dalle dediche e dalle lettere autografe).
 Ha pubblicato per oltre sessant’anni su riviste e periodici di grande prestigio tra cui: Ombre e luci, Melpomene, Breve, Araldo del Sud, “Gazzettino del Lazio”,  Pungolo Verde, Mastro di Posta, Equilibrio nelle Arti, Rievocatore, Cultura del Popolo, Cultura ed azione, Arte Libera, Risorgimento Nocerino, Ribalta, l’Osservatore ed altri. E’ presente nelle antologie di poesie quali: Salvatore Cerino“Sentimento e Fantasia” di G.Sarno, “Il Tempo e la Voce” di E.Capuano,  “Acene d’oro”, di S.Maturanzo, “Poeti dialettali”,  “Mamme Napulitane” di G. Boccacciaro, nell’Enciclopedia della Poesia Napoletana di R. D’Ambrosio, e nella Enciclopedia della canzone napoletana di S.Palomba, nella Enciclopedia della canzone napoletana di P.Gargano. Ancora è presente nell’Enciclopedia dei poeti dialettali dal ‘600 ad oggi di Ettore De Mura ed è presente in:  “L’itinerario della Letteratura nella civiltà italiana” di Renato Filippelli, e in “ L’eredità letteraria” (Storia e testi  della letteratura italiana) di Renato Filippelli e Fiammetta Filippelli  Ediz. Simone. (testo adottato nei Licei Classici).







Castellammare di Stabia - Vecchie terme 

‘O spicciafacenne… da "I mestieri scomparsi"





Lo “spiacciafacenne” o in italiano “sbriga faccende” credo che sia tra i mestieri più vecchi del mondo, improvvisato sull’onda delle richieste d’aiuto che arrivavano dalla caverna a fianco.

Nel tempo era diventato un’attività vera e propria. L’occasionalità delle prestazioni richieste dal vicino impedito da una malattia o dall’impossibilità di muoversi per qualche accidente improvviso o dalla pigrizia che a volte lo prendeva nell’assolvere certi compiti quando incominciarono ad assumere carattere di continuità che lo zucchero ed il caffè non riuscivano più a ricompensare e il mugugno che si andava diffondendo avevano sicuramente suggerito a quello del vicolo a presso l’idea di svolgere le attività che gli non avevano il tempo o non erano più in grado di svolgere.
Dalle mie parti il caffè e lo zucchero costituiscono ancora oggi i prodotti principe che si vede mettere in mano quello che soccorre gli altri, ma con il caffè e lo zucchero ci si riempie lo stomaco soltanto chi li vende.

Nel dopoguerra, tra le tante imprese per sopravvivere, era ritornato ad essere un mestiere che ritornava utile a chi non poteva o non voleva mettere in movimento le proprie gambe e ricorreva ai vicini che che si prestavano quando si spostavano per assolvere le proprie.
Chi si adoperava in questi frangenti arrivava certe volte addirittura ad anticipare anche il denaro per l’acquisto del prodotto che era stato incaricato di procurare: veniva rimborsato alla consegna della merce, abitudine presa dopo qualche dissapore tra committente e prestatore d’aiuto.
La cosa che rischiava di prendere con rifiuti o con cattiverie gratuite che seguivano al posto di una ricompensa neppure con un grazie  si risolse improvvisamente quando un vicino del vicolo appresso mise su un’attività per sbrigare appunto le faccende che gli altri non erano in grado di svolgere o non volevano svolgere in prima persona, come andare a rifornirsi di acqua della Madonna, ritirare un pacco alla posta, portare un sacco di patate, una cassetta di verdura, le scarpe dal calzolaio.
La voce si sparse in un battibaleno accompagnata da tante considerazioni che un po’ facevano sorridere e un po’ arrabbiare come se le cortesie fatte e ricevute fino a quel momento  fossero state un obbligo da svolgere senza recriminare e le ricompense non richieste fossero state un sopruso  al quale si sottostava malvolentieri.

Nei primi mesi di attività il tizio passò vicolo per vicolo per raccogliere gli ordinativi e le cose da trasferire altrove, ma quando la cosa prese piede avvisò i clienti abituali di passare per casa sua e di lasciare l’ordine e l’importo anticipato della prestazione da svolgere.
Era un servizio comodo e il prezzo non era esagerato e tutto si svolgeva nella massima tranquillità.La vendita di caffè e zucchero  subì un calo improvviso con un certo risentimento di chi li vendeva.
Qualche volta ci ricorse anche mia madre che non faceva mai dei grandi acquisti, ma presa dall’entusiasmo si lasciò andare  anche lei acquistando più pasta del dovuto che fu trasportata a casa  dallo spicciafacenne. Fummo tutti contenti dell’iniziativa  e ci demmo da fare per trasferire i pacchi a casa che era posta al primo piano.

Già grandicello e in condizioni fisiche tali di reggere un peso per lunghi tratti di strada incominciai a soccorrerla volentieri. Ogni tanto facevamo qualche sosta, durante la quale ci scappava sempre una carezza e una buona parola, ma a casa arrivavo sempre stanco e distrutto anche se il mio  sorriso non mancava mai per non darle un pena.
Non avevamo altro mezzo che le braccia e le gambe. Quando invece si presentò l’occasione di questa persona, acquistava, pagava e avvisava che sarebbe passato ‘o spicciafacenne  a ritirare per cui a noi ragazzi restava solamente il fastidio di portare la merce in casa quando veniva scaricata nel cortile.

Col passare degli anni e con il trasferimento al Rione San Marco e la scuola che mi teneva lontano da casa per molte ore al giorno, la cosa sfuggì alla mia attenzione anche perché erano ritornati alla ribalta i nuovi vicini di casa desiderosi di avere un contatto con quelli della scala: avendo acquistato la macchina e il televisore si offrivano di accomunarti alle loro iniziative. La cosa durò per un po’ e finì come era iniziata stabilendo nuovi comportamenti nuove abitudini di vita e di rapporto.
La spesa era un fatto personale e non la potevi affidare agli altri, le eccezionalità venivano sbrigate alla bene e meglio dai componenti della famiglia quando le loro dimensioni non erano di natura bibblica. Si rimpiangeva ‘o spicciafacenne quanno non se ne poteva più e i nuovi mezzi di trasporto non permettevano di agevolare il trasferimento di oggetti ingombranti come una lavatrice che andava invadendo tutte le case.

Il mestiere aveva, così, degli alti e bassi e chi lo praticava doveva ingaggiare una lotta con la clientela e con le norme che incominciavano ad essere emanate. Chi aveva un’Ape cominciò a lavorare per i negozi di elettrodomestici per trasportare la merce a casa del cliente senza garantire il ritiro del vecchio che finiva per essere affidato a spese proprie al titolare dell’Ape che pretendeva il suo per rifarsi del meno che gli dava il negoziante.

Oggi potrebbe tornare di moda scaturendo tra le pieghe dell’assistenza domiciliare, da tutte quelle esigenze che l’anziano non è in grado di assolvere da solo per tutte le problematiche che assillano il vivere di oggi nelle zone più popolari della città dove quelli più abbienti provvedono già con le badanti o con l’utilizzo del taxi per il trasferimento, ma una persona che vive da sola ha bisogno di qualcuno che la sorregge in termini umanitari e di conforto sociale come è previsto nelle case di riposo per anziani.

Lo “spiacciafacenne” non può sostituire certo gli operatori socio assistenziali, ma potrebbe fare anche questo dando un volto nuovo alla sua figura che da quando è nata riesce ad essere sempre utile o indispensabile.

La miseria che s’approssima potrebbe essere un’altra spinta alla sua risorgenza al suo rirorno sulla scena sociale.


                                                                                                                     G. Ruocco

sabato 20 ottobre 2012

ASCOLI - JUVE STABIA: 2 - 4


Stadio Del Duca di Ascoli



Una vittoria tra le polemiche non toglie quello che di buono la squadra ha prodotto: un interesse maggiore per il gioco e una migliore presenza in campo con la conferma di un Mbakogu sempre più cosciente dei propri mezzi.

L’arbitraggio, contrassegnato da decisioni alquanto estemporanee, non ha regalato segnature che non c’erano a parte il rigore ripetuto almeno che Acosty non simulasse e il collaboratore non avesse avuto delle visioni.

Restando con i piedi per terra, quello di ieri, è un risultato utile per avere il tempo di riorganizzare le linee e prepararsi alla sfida con il Sassuolo che non sarà, certamente, disponibile ad un’altra sconfitta contro una squadra che non convince ancora gli addetti esperti per l’accesso alla zona play off, che dimostra limiti che il buon Braglia deve sbrogliare in qualche maniera con amalgame diverse dalle solite o con nuovi innesti appena sarà possibile.



ASCOLI – JUVE STABIA 2-4
ASCOLI (3-5-2): Guarna; Ricci, Peccarisi, Faisca; Scalise (81’ Colomba), Morosini, Loviso, Fossati (57’ Dramé), Pasqualini; Zaza, Feczesin. All. Massimo Silva
JUVE STABIA (3-5-2): Nocchi; Maury, Figliomeni, Scognamiglio; Baldanzeddu, Jidayi, Genevier, Caserta, Acosty (Gorzegno 73’); Mbakogu (75’ Bruno), Cellini (58’ Danilevicius). All. Piero Braglia
TERNA ARBITRALE: Federico La Penna (Roma1); assistenti di linea – Alberto Tegoni (Milano) e Giovanni Colella (Padova); IV uomo – Giuseppe Cifelli (Campobasso).
RETI: 24’ rigore Caserta; 70’ rigore Genevier; 77’ Scognamiglio (JS); 82’, 86’ Zaza (A); 92’ Bruno (JS)
NOTE: Stadio “Cino e Lillo Del Duca”, ore 15.00; Guarna para un rigore a Caserta, ma l’arbitro fa ribattere. Ammoniti: Scognamiglio, Figliomeni, Baldanzeddu (JS) Fossati, Peccarisi (A) 
Espulso: Massimo Silva 
Angoli: 17-3 Recuperi: 3’(1T) 5’(2T).

Sape fa tutte cose...





Sape fa tutte cose,
ma po’ ‘e cummanne all’ate.
Nn’’a scanze maie nisciuno,
'a mamma, ‘o pate, ‘e frate
so’ ‘e primme a j’ pe sotto,
so’ ‘e ll’urdeme a scansarle
ca fa comme fa ‘o tarlo..
E’ meglio ca nun parlo...

E fuie ca ll’atu juorno
mentre steve dicenno…
ca essa me facette:
- M''a cirche na parola?
E io senza pensarce,
dicette: - E che ce vò ?
Ca me truvaie a correre
cu a, e, i, u, o.

E cerca ca te trovo
giraie cchiù ‘e nu libbro.
Te pare facile
avè ragione a chiacchiere.
cu chi ‘a sape longa ?
Chill’ato è quase uguale
chill’ato, comme ‘o solito,
ha quase cupiato

E chi t’’a conta justo ?
Pecchè ha sturiato ?
Fino c’aggio truvato
chello ch’essa cercava.
Addò ?  Dint’a nu libbro
ca nun teneva vita,
ma t’’a cuntava justa
cu tanta dignità.

Era nu libbro scurdato
c’aveva accatato
‘e siconda mano
a San Biagio
Nun aveva sfugliato
manco na pagena
chillo c’’o teneva.
M’’a scola chisto ce jeva ?


Ostia Lido       20/10/2012

Inserita nella raccolta “ TIPI “
di Gioacchino Ruocco

venerdì 19 ottobre 2012

Comme a n’auciello freddegliuso





Comme a n’auciello freddegliuso
i’ sto suffrenno ‘a quanno m’è lassato
e nun credevo che m’ero  ‘nnammurato
accussì tanto ‘e te.

Quant’acqua sta cadenno!
E ‘ncielo nun ce stà nu buco
pe nu poco ‘e sole.
Penzo ca i’ moro
primmo ‘e stasera.

Nu friddo ‘ncuollo
Cc sott’’e penne tremmo.
Si canto nisciuno me po’ sentere,
ma po’ che canto a ffà ?

Nun songo uno ‘e chillo
ca scrivo ‘e poesie!
Tu ch’ire ‘a vita mia
chi ‘o sa addò staie ?

Che friddo! Sbatte ‘e scelle
pe me leva ‘a cuollo
tutta sta pecundria,
ma ‘nmiez’a via
so’ ll’uneco a passà.

Si fosse marzo
schiuvesse ogne tanto,
ma ccà ce vò nu santo,
si no nun ‘a fernesce.



Ostia Lido         20/10/2012

Inserita nella raccolta “ Suspire ‘e miezojuorno”
di Gioacchino Ruocco

martedì 16 ottobre 2012

Ll’urdena canzone…







Spruzzaglia sta cadenno
e nun è marzo.
CChiù pazzo ‘e te
ce sta sulo ‘o tiempo
ca a juorno cagna
e nun ne vo sapè.

Ma che l’hai mmezziato
c’’a quanno io te cerco
me faccio tutto ‘nfuso
nu juorno si
e n’ato appriesso pure
ch’e vvote me ne vaco muro muro

o me fermo sotto a nu purtone.
aspettano ca passa qualcheduno
cu nu ‘mbrello
mentre me fumo o ll’urdemo mezzone
ca tenevo ‘int’a sacca
‘a qualche tiempo ?

Cu te ce vò pacienzia,
ma ‘e quarte d’ore passeno
senza ca cagne ‘o tiempo.
‘E vvote canto Ll’urdena canzone
pe nun me sentì sulo
‘nmiez’’a sta confusione

ch’’e me nun se ne ‘mporta.
Qualcuno ca saluto
fa ‘a faccia storta,
va ‘e presse e nun se vò fermà.
Nisciuno cchiù ‘a vo’ sentere,
nisciuno ‘a vò cantà.


Ostia Lido 16/10/2012


Inserita nella raccolta “Suspire ‘e miezojuorno”
di Gioacchino Ruocco


sabato 13 ottobre 2012

JUVE STABIA – BARI : 2 - 1




Stadio Menti - Castellammare di Stabia


Una partita vivace e senza indugi con una Juve Stabia che si è ritrovata, ma ancora con quelle sbavature che sanno tanto di calcio giocato da parte di qualcuno con i soliti trucchetti, con intenzioni soltanto di apparire, di fare scena.

Troppe le ammonizioni alle quali l’allenatore dovrebbe mettere riparo con educazione e servizio civile come si fa con quelli che vanno rieducati e non ancora condannati.

Nel complesso una partita combattuta, ma un bari sfortunato che avrebbe meritato qualcosa di più per l’impegno profuso sotto una pioggia che ha condizionato buona parte della partita entrambe le squadre.

L’eroe di oggi è stato Mbakogu con due conclusioni che hanno scosso i tifosi che hanno sofferto per le occasioni portate avanti e mancate dal Bari e dalle segnature limpide come la prima e fortunosa come la seconda.

In fondo un risultato utili che restituisce qualche sorriso anche se la squadra sta dimostrando una presa di coscienza che era diventata latitante, una opzionale per andare in campo.


Cartellino

Juve Stabia (3-5-2): Nocchi; Baldanzeddu, Figliomeni, Scognamiglio, Dicuonzo; Genevier; Mezavilla, Caserta;  Erpen, Mbakogu,   Acosty.  - All. Braglia

BARI (4-3-3) Bari (3-4-1-2): Lammana; Ceppitelli, Dos Santos, Polenta; Sabelli; Romizi, Filkor; Albadoro; Bellomo; Iunco, Caputo. - All. Torrente

Arbitro: Castrignanò di Roma. Squadre in campo

LE PANCHINE!!! 
Juve Stabia: Seculin, Doninelli, Gorzegno, Improta, Maury, Jidayi, Murolo. 
Bari: Pena, Borghese, Galano, Sciaudone, Grandolfo, Rivaldo, Defendi.

Reti:
16 MBAKOGU (JS); 54CAPUTO (B), 75MBAKOGU (JS)
 



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