sabato 30 novembre 2013

Piante di Stabia - Zafferano d'Imperato.

Come si legge nella nota la pianta è presente sui monti Lattari oltre che nel parco del Cilento, Vallo di Diano e Parco naturale Diecimari.

COMMENTI PRO e CONTRO tra ricordi, nostaglie e paure -- ''O FUCARACCHIO : una tradizione che viene spenta anno dopo anno.




Falò dell'Immacolata 2011


Dalle argomentazioni espresse sia da Simone La Mura che da Antonio Sessa che manifestano punti di vista e preoccupazioni che scaturiscono da un avvenimento come è nu FUCARACCHIO che non è un piccolo fuoco, ma un fuoco che farebbe tremare i polsi anche al più esperto dei fuochisti, si percepiscono sia il desiderio di portare avanti una tradizione sia la necessità di convogliarla in un luogo delegato come è già stato fatto negli anni addietro sulla spiaggia del lungomare favorendo un confronto tra quei rioni che sentono tale esigenza per manifestare il rispetto delle tradizioni e l'animo di portarle avanti cosa che deve avvenire nel rispetto totale delle norme di sicurezza in quanto le iniziative estemporanee degli anni addietro che anche io ho vissuto in parte tra Mezzapietra e il Rione San Marco non sempre sono state portate avanti con il necessario giudizio per evitare conseguenze disastrose a chi ne era l'artefice e a chi ne era spettatore. Le cronache degli anni addietro parlano chiaro.

Ho scritto che con il solo vietare  si crea malanimo e disaffezione. Chi governa la città deve nel ruolo che si è scelto e nel quale è stato confermato con il voto, essere sempre affianco ai suoi concittadini e comunque al servizio di quelli che governa, creando alternative sicure alle improvvisazioni che credo dovrebbero lasciare posto ormai a quelli che hanno buon senso e vogliono crescere nella legalità e nel rispetto degli altri. La libertà è un bene comune e per conservarla  e farla diventare la cosa più preziosa che abbiamo per vivere in pace occorre che quelli di buon senso soccorrano quelli che vivono sull'onda dell'entusiasmo senza saperlo misurare e utilizzarlo appieno.

Le pene sono e restano comunque un deterrente da utilizzare come ultimo elemento di dissuasione, ma l'amministrazione comunale deve sentire come suoi anche gli avvenimenti che sono nostri, della nostra cultura popolare per i motivi che ci inducono ad attuarli.

La nota pubblicata, rilasciata dall'amico Raffaele Bracale, studioso della tradizione e del dialetto napoletano, parla chiaro: la novena è un fatto puramente stabiese e anche il fucaracchio. A Napoli, a solo trenta chilometri da Castellammare di Stabia, ignorano questa nostra festa che potrebbe diventare invece anche di altri solamente se questa amministrazione al di là del vietarla la trasformasse, conservandola come festa dedicata all'Assunta, in un avvenimento folcloristico e spettacolare per poratare a Castellammare tutti quelli che si sentono turisti, quantomeno quelli dei paesi vicini come succedeva nel dopo guerra quando venivano il sabato e la domenica a vedere un film, una corsa di motociclette, una sfilata storica, ecc. ecc. spendendo i soldini o i soldoni che si portavano appresso.


Anna E Maria Giordano
Anna E Maria Giordano 2 dicembre 17.17.54
verissimo avete ragione io vivo in provincia di Bergamo ma sono di castellammare mio padre era di privati e mamma di scanzano manca l'organizzazzione e quante cose si potrebbero fare in una citta come la nostra la invidiano tanti ....un saluto a tutti voi !!!

Simone La Mura
30 novembre 9.55.09
le pene e i controlli ci vogliono anzi lo vogliono anche le persone per bene che hanno paura, purtroppo manca l'organizzazione. ma tutto ciò perchè nessuno si mette in mezzo ad organizzarsi come associazione civile per l'immacolata e tradizioni folkloristiche

Cronologia commenti
Antonio Sessa
30 novembre 8.56.14
appunto, io sono favorevole a questo, affinchè non si perda la tradizionale immacolata di castellammare. I divieti, le pene, inaspriscono gli animi, le amministrazioni passate e presenti, non hanno progettato nulla in merito.

Simone La Mura
30 novembre 8.50.19
antonio sessa non si può parlare di passato ma dobbiamo vedere il presente anche il presente appena trascorso. sono giovane e parlo degli ultimi 7-8 anni di cui ho assistito. la mentalità è cambiata, 40 anni fa quando stavano i clan e la camorra, avevano cmq un certo senso del rispetto verso anziani donne e bambini. non si doveva andare a dare fastidio a chi non dà fastidio e tante altre cose.... poi qualcosa è cambiato ed ora ci sono i cosidetti wappi, ragazzi che si improvvisano delinquenti e boss e che fanno quello che vogliono fregandosene. la popolazione ha sempre aiutato nella raccolta offrendo legna da mobili o altro che si dovevano disfare, invece poi è nato il fenomeno degli adolescenti che rubavano nelle case e nelle terre, di alberi sradicati sui boschi di quisisana e distruzione della zona, con aumento del rischio idrogeologico a causa dell'inesistenza delle radici. basterebbe solo una buona organizzazione ed un lavoro fatto tutto l'anno come raccogliere potature ed effettuare manutenzione degli alberi dei boschi di quisisana e quindi anche potandoli o piantandone altri li dove vengono tagliati

Antonio Sessa
30 novembre 8.42.50
caro simone la mura, a scanzano quando ero piccolo si faceva nelle palazzine della prevola (pergola) non è mai successo niente, certo che qualkocsa è cambiato nel dna stabiese

Simone La Mura
30 novembre 7.22.39
penso che devono essere organizzate in maniera sicura, questanno non è prevista nemmeno il palio in villa comunale. gioacchino ti devo contraddire sull'affermazione fatta che ogni quartiere ha bruciato senza rischi. ricordo per la mia zona di scanzano, sulla pavlott la catasta di legno una volta cadde contro l'edificio, una volta fece un boato per la tanica di benzina. A privati invece bruciarono i fili dell'enel e della telecom, oltre al fatto che bloccarono vico sant'eustachio. di fronte al centro laser un ragazzo rischiò di ardere vivo e cosi via.... i pericoli ci sono sempre stati. io organizzerei l'evento in altro modo. magari commissionando alla fincantieri delle basi per i soli 5 - 6 rioni principali della città, quindi nominare i responsabili che faranno dei corsi appositi con la protezione civile e i vigili del fuoco. la legna dovrà essere selezionata onde evitare tossicità ed eventualmente durante l'anno si potrà raccogliere scarti e legna varia non più utilizzabile ma da ardere solamente. Il fenomeno più pericoloso è quello dei furti in case semi abbandonate o in baracche, oppure il taglio abusivo degli alberi sul faito e quisisana (basterebbe che durante l'anno con le associazioni addette si facesse un controllo su questi alberi e relative potature con legna da riutilizzare per i palio dei falò. Anche se tradizionalmente e folkloristicamente i falò venivano accesi sulle coste per la tradizione dei marinai a mare nella tempesta che non ritornavano e il voto alla madonna per farli tornare a casa e quindi una volta ritrovati in riva furono fatti asciugare creando proprio i falò

Antonio Sessa
30 novembre 7.13.54
infatti anche io sono del parere che i falò bisogna lasciarli nei quartieri, a memoria e per anagrafica sono 38 anni che si son fatti, il faito è sempre li rigoglioso...



Cronologia commenti
Gioacchino Narciso
30 novembre 7.11.09
Ogni quartiere ha bruciato di tutto senza rischiare le vite del quartiere. Sono a favore dei falo circoscrizionali come e' sempre stato, forse basterebbe un occhio in piu per far salva la tradizione!? Fratiell e surell solamente o con o e senza rischio per le tradizioni calde?



Antonio Sessa
30 novembre 7.03.25
quest'anno per fratiell e surrell c'è ancora l'indulgenza, ma per i falò che vanno messi alla pari, cisranno ammende e denuncie penali...



Gioacchino Narciso
30 novembre 6.50.06
Hai conferma che le usanze sono state represse anche quest'anno?



Antonio Sessa
30 novembre 6.12.25
no!!!, i nostri amministratori la stanno uccidendo




Anna E Maria Giordano
29 novembre 23.06.12
pure io li ricordooo ma c'e ancora questa usanza bellissima....quanti ricordiii !!!!



Giovanna Malafronte
29 novembre 22.35.39
bei tempi bellissimi ricordi



29 novembre 20.11.16
io me lo ricordo , li ho sentiti ,mi viene la pelle d'oca a pensarci.



29 novembre 19.44.52
La risposta data non mi sembra molto corretta a quanto mi risulta a Castellammare c'è sempre l'usanza della processione con canti la notte del 7dicembre "fratiell e surell" sono anche io di c.mare è anche se nin abito più li sono crescita con questa festa .... e rivedo ancora la mia mamma d il mio papà fino a 2anni fa vecchietti asoettare il loro passaggio. .....



SONO SOMMERSO DAL VOSTRO ENTUSIASMO E DALLA VOSTRA PARTECIPAZIONE. VI AUGURO BUONE FESTE E SE 'IL FUCARACCHIO" CI SARà FATEMELO SAPERE INVIANDOMI I VOSTRI RESOCONTI E LE VOSTRE IMMAGINI.




Gianluca Sorgente: scenografo e modellatore in cera.

























venerdì 29 novembre 2013

'O FUCARACCHIO : una tradizione che viene spenta anno dopo anno.



Falò sull'arenile nel 2011

Castellammare - No ai Falò dell'Immacolata


Il sindaco  "dice "no" ai falò dell'Immacolata accesi nei quartieri riproponendo l'attuazione del regolamento di polizia urbana approvato con delibera di consiglio comunale n. 91 del 25 ottobre 2010."
di Simone RoccoStabiaChannel.it
Cronaca29/11/2013
Ad oggi però non è noto se sull'arenile è stato organizzato un palio dei falò o comunque data la disponibilità del luogo ai rioni per potervi accendere gli storici fucaracchi.

Nota.
Se non saranno permessi neppure sulla spiaggia speriamo almeno che l'orgoglio della cittadinanza non venga a mancare per dimostrare contro un'amministrazione che dimostra con questo suo modo di operare non di voler dare sicurezza alla popolazione come recitato dal regolamento di polizia urbana, ma di toglierle  dalle mani la sua storia e le sue tradizioni senza alternative al vuoto che invece ingenera.

Fratielle e surelle, jamme a dicere 'o rusario a Maronna

Esimio sig. Gioacchino, quel tipo di pratica religiosa  di cui mi parlate, no a Napoli non era in uso; cinquanta e più anni fa era in uso invece  una sorta di  novena musicale in onore della Immacolata che veniva fatta dai primi zampognari che arrivavano a Napoli ai primi di dicembre e vi si trattenevano fino a Natale facendo il giro delle abitazioni per suonare, [dopo la novena fatta per l’8 dicembre]dal 9 al 24 dicembre   dinanzi al presepio o grotta che in ogni casa si approntava appena dopo l’Immacolata. Ma ormai tutto è finito, non si fa più il presepio, soppiantato dall’albero di Natale e temo che addirittura non esistano più gli zampognari che venivano a Napoli  dall’Irpinia  e si contentavano di poche lire per la loro opera  lasciando in omaggio l’ultimo giorno manufatti lignei quali forchettoni e cucchiarelle di olivo lavorato. E avimmo cassato n’atu rico ‘a sott’ô sunetto!Vi saluto, v'auguro ogni   bene e grazie d’avermi contattato!Vi stringo la mano; bbona salute e ca 'o Signore onnipotente nce perdunasse e benedicesse a tutte quante!
Vostro
Raffaele Bracale
Napoli - Reame 2 Sicilie
tel. 081263407
----- Original Message -----
Sent: Friday, November 29, 2013 10:01 AM
Subject: Quesito su "Fratielle e surelle"

 E' da quando ero ragazzo e più precisamente da quando ritornai ad abitare stabilmente nel Vicolo Sorrentino di Castellammare di Stabia, dove ero nato, dopo gli anni della guerra che mi porto appresso il ricordo della voce che qualcuno, alle cinque del mattino, dava strada per strada per invogliare la gente a recarsi in chiesa della parrocchia di appartenenza per la novena all'Immacolata concezione nei dodici giorni antecedenti la ricorrenza della sua festa.
L'invito consiste in una voce che recita ed echeggia ancora nelle strade del quartiere nelle prime ore del mattino: “Fratièlle e surélle”, jamme a dicere 'o rusario a Madonna!" Elenca successivamente il numero della giornata della dodicina. Chi fa questo servizio accompagnava la propria voce con l'esplosione di piccoli fuochi di artificio messi a disposizione dagli organizzatori per meglio svegliare i fedeli. La suggestione era incrementata dal rumore prodotto da uno strumento di legno (raganella) che nella sua rotazione produceva un rumore come quello delle rane.
Ho parlato al passato in quanto è da oltre quaranta anni che abito a Roma  e dal oltre cinquanta che non vivo più a Castellammare. E' mio desiderio, sempre che sia nelle sue disponibilità, sapere se la novena è praticata anche a Napoli o lo era o è solamente una pratica religiosa che ha avuto sempre e solo luogo nella mia cittadina di nascita, come viene raccontato nel sito il Libero Ricercatore ?
Nel salutarla le faccio le faccio i miei auguri di Buon Natale e tutte le altre feste appresso nella speranza che vada tutto secondo i suoi desideri.
Inoltre Le esterno ancora la mia stima per il suo sapere e la vivacità intellettuale con la quale lo gestisce e lo mette a disposizione di chi vuole illuminarsi di immenso.
Ancora saluti e buona giornata. Suo Gioacchino Ruocco

mercoledì 27 novembre 2013

Ll’arganattore: tintore di panni). (antichi mestieri)




E’ un mestiere che ho visto praticare a livello familiare in quanto nel dopoguerra si era soliti, per far fronte alle scarse risorse economiche che anche uno stipendio sicuro portava in casa, non si potevano fare spese pazze per ammodernare l’abbigliamento ogni anno o in caso di lutto che richiedeva, per le consuetudini in uso, l’adozione categorica del colore nero nel vestire dentro e fuori casa per testimoniare il dolore che il lutto aveva provocato o il dispiacere che la morte del congiunto portava con sè.

Soltanto qualche anno appresso, per gli uomini, si passò alla fascia nera al braccio e successivamente un nastrino nero all’occhiello della giacca o del cappotto o ancora più esemplificativamente all'adozione di un bottone metallico di misura rilevante, ricoperto di tessuto nero appuntato sulla giacca o con una spilla da balia o su uno degli spigolo del collo della giacca..

Generalmente per il recupero di un abito si adottava prima la tecnica del rivoltarlo, ma non sempre era possibile, quando le stoffe presentavano disegni che venivano stampati solamente su una sola faccia.

Le donne di casa dopo i primi tentativi su indumenti meno importanti erano diventate delle vere esperte arganattrici o tintore per cui si andò avanti negli anni per diverso tempo fin quasi alla soglia degli anni sessanta.

Non era difficile organizzarsi in quanto le donne, se gli uomini sono bravi e non vanno a insidiare le vicine di casa, si danno sempre una mano per

Per fissare il colore serve il calore e un pentolone di 10 o venti litri all’epoca si trovava in quasi tutte le case. Quelle che non ne erano provviste godevano dell’assistenza della vicina che al momento dell’acquisto aveva dichiarato la sua disponibilità anche alle vicine di casa.

Certamente ogni tessuto voleva le sue accortenze, ma questo si verificò quando arrivarono sul mercato gli indumenti realizzati con filato sintetico.

I capi adoperati dalla gente del popolo era generalmente costituiti da fibre naturali e prima di essere cuciti le stoffe venivano bagnate per evitare il fenomeno del restringimento al primo e anche al secondo lavaggio.
Dopo la tessitura le stoffe venivano inamidate per conservale fino alla vendita e anche per farle sembrare più belle e allungarle nelle loro dimensioni effettive.

Le buste col colorante si acquistavano nei negozi che vendevano colori o presso le stesse  lavanderie che praticavano la coloritura per conto terzi.

Si riempiva il pentolone per tre quarti e quando l’acqua bolliva lo si toglieva dal fuoco appoggiandolo per terra in modo da averlo a portata di mano in prossimità di aperture per areare il locale o addirittura all’aperto. Qualcuna, prima di procedere, vi immetteva delle striscioline di stoffa per saggiare l’intensità del colore che era stato disciolto nell’acqua. 

Se il risultato era gradito si procedeva con il vestito da tingere lascindovelo per il tempo consigliato dalle istruzioni scritte sulla busta dal fabbricante del prodotto che forniva anche le istruzioni per il lavaggio successivo alla fissazione del colore.

Non tutte si rendevano conto a primo acchitto che l’abito era stato tinto. Se ne rendevano conto quando incominciava a scolorire sprecando le risatine di compianto.

Nel tempo la cosa andò a finire senza clamori e ancora oggi qualche lavanderia, il cui primo nome fu quello di tintoria, continua a farlo come pratica inversa della smacchiatura operata ormai con prodotti che nel tempo sono stati resi più sicuri per i risultati attesi.

I pentoloni, quelli di rame, sono rimasti come ricchezza delle famiglie e quelli in alluminio, se erano di buona qualità in quanto a spessore, vengono adoperati per bollire piccole quantità di conserve imbottigliate o alloggiate nei barattoli di vetro di risulta di altre conserve familiari o industriali che capita ancora di comprare.


Scrive l’amico Raffaele Bracale che la sostanza inizialmente adoperata era l’alcanna volgarmente détta arganetta (adattamento e diminutivo di arcanne= alcanna); da arganetta si trasse il nome del mestiere. L’alcanna è un arbusto perenne con fiori profumati e foglie ovate (fam. Borraginacee), da cui si ricava una sostanza usata in tintoria e nella confezione di cosmetici e medicinali.

martedì 26 novembre 2013

FULVIO PEA - Nuovo allenatore della JUVESTABIA.


Lunedì 25 novembre 2013

 

 

Serie B - Juve Stabia, ecco Pea: «Sfida appassionante»

 



Il nuovo tecnico delle vespe si presenta: «La classifica non rispecchia il valore di questa rosa»

CASTELLAMMARE DI STABIA - Il nuovo tecnico della Juve Stabia, Fulvio Pea si è presentato oggi agli organi di stampa, al momento di prendere in mano in timone della squadra ha detto: 

«Ringrazio la società che ha creduto in me. Per me salvare la Juve Stabia è una sfida appassionante. Ero rimasto fermo per problemi familiari, ma ora voglio ripartire. Sono certo che la classifica non rispecchi i valori della squadra che ha una rosa di valore superiore rispetto ai punti che ha.
Dobbiamo restare uniti, compatti. Tutti devono lavorare insieme per il bene della squadra.
Braglia? Ha fatto un lavoro eccezionale, spero di essere più fortunato di lui in questa mia avventura.


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Fulvio Pea (Casalpusterlengo, 10 febbraio 1967) è un allenatore di calcio italiano, attualmente alla guida della Juve Stabia. da lunedì.

Caratteristiche tecniche

Studioso del calcio, predilige come modulo il 3-5-2. Nonostante abbia lavorato al fianco di grandi tecnici come Simoni, Mazzarri, Mourinho, Benítez, Pea ha dichiarato di non imitare nessun allenatore, seppur abbia imparato molto da loro.

Carriera

Gli esordi

Fulvio Pea non ha mai giocato a calcio, ma ha iniziato ad allenare nel 1989, guidando le giovanili del Fanfulla. A Lodi rimane per sei anni, allenando per un anno gli esordienti, poi i giovanissimi e gli allievi. Nel frattempo frequenta l'Università Cattolica di Milano e compie gli studi ISEF.
Successivamente passa all'Alcione a Milano, allenando la squadra giovanile. E lì che Pea impara ad utilizzare il modulo a zona, grazie ai consigli di Carlo Muraro, all'epoca coordinatore dell'Alcione.
Nel 1998 abbandona l'Alcione per gli esordienti dell'Inter che Pea guida per due anni.Durante la sua parentesi nerazzurra il tecnico conosce Gigi Simoni, che poi accompagnerà in alcune delle sue gestioni tecniche.
Pea passa la stagione 2000-2001 al comando delle giovanili del Ravenna, grazie a Salvatore Bagni. È qui che scopre il giovane Davide Santon, segnalandolo proprio all'Inter.


Nello staff con Simoni

Dal 2001 al 2005 Pea fa costantemente parte dello staff di Gigi Simoni.
Con il tecnico di Crevalcore inizia la sua collaborazione in Bulgaria, al CSKA Sofia, infatti Fulvio Pea è il responsabile tecnico del settore giovanile. In questa stagione prende anche il patentino UEFA, e Simoni lo lascia alcune volte guidare la prima squadra, seppur sotto la sua osservazione.
È sempre il vice di Simoni tra il 2002 e il 2005 all'Ancona, al Napoli, al Siena ed infine alla Lucchese.
Nel settembre del 2005, dopo che Simoni diventa il direttore tecnico della Lucchese, Pea diventa l'allenatore della prima squadra fino al gennaio del 2007, nella sua prima esperienza in una squadra professionistica. Sulla panchina toscana in 47 partite colleziona 19 vittorie, 15 pareggi e 13 sconfitte, prima di essere sostituito da Paolo Stringara.

I titoli giovanili con Sampdoria ed Inter.

Il 25 giugno 2007 Pea viene chiamato da Beppe Marotta ad allenare la primavera della Sampdoria che l'anno precedente era arrivata seconda in classifica. Il primo anno, con molti giovani come Vincenzo Fiorillo, Andrea Poli e Guido Marilungo riesce a conquistare, vincendo per 3-2, lo scudetto primavera in finale contro l'Inter dei futuri campioni d'Europa Santon e Balotelli, e successivamente la Coppa Italia Primavera contro l'Atalanta ai rigori. L'estate successiva, dopo essere stato accostato a lungo alla panchina del Foggia, Pea guida la Sampdoria alla vittoria in Supercoppa italiana Primavera, sempre contro l'Atalanta ai rigori, vincendo tre titoli in un anno. Il 23 febbraio 2009 perde la finale del Torneo di Viareggio contro la Juventus, mancando l'ultimo titolo disponibile per i blucerchiati.
Nell'estate del 2009 sembra ad un passo dalla guida tecnica del Siracusa, quando però poi diventa l'allenatore della primavera dell'Inter. Il suo ritorno all'Inter è dovuto alla scelta di José Mourinho, che ha chiesto l'ingaggio del tecnico da parte di Massimo Moratti. Il 19 maggio 2010 tra le file nerazzurre conquista, grazie ad una doppietta di Denis Alibec ai danni del Bayern Monaco, allo Stadio Alfredo di Stéfano diMadrid la Champions Under-18 Challenge, ovvero una Champions League riservata alle giovanili.[13][14] Il 7 marzo 2011 conquista anche il Torneo di Viareggio, battendo in finale a Livorno la Fiorentina per 2-0, mettendo in bacheca l'ultimo trofeo giovanile che gli mancava.


In Serie B con il Sassuolo, Padova e Juve Stabia            

Il 10 giugno 2011 Pea accetta l'offerta del Sassuolo come allenatore per la Serie B. Prima di andarsene, ha pubblicamente ringraziato la società nerazzurra. Con i nero verdi fa il suo esordio il 27 agosto 2011 battendo la Nocerina per 3-1. Nelle prime 5 giornate colleziona quattro vittorie ed una sola sconfitta, che fanno degli emiliani la capolista solitaria in serie cadetta. Nelle partite seguenti la sua squadra continua a stupire e a rimanere stabilmente ai vertici della classifica. Pea riceve così anche i complimenti di José Mourinho che lo volle fortemente all'Inter. Alla fine il Sassuolo arriva terzo in campionato e perde la semifinale dei play-off con la Sampdoria.
Il 10 giugno 2012 diventa ufficialmente il nuovo allenatore del Padova legandosi alla società biancoscudata per un anno. Il 17 dicembre, dopo la sconfitta in casa con il Sassuolo e dopo 19 partite dove colleziona 7 vittorie, 7 pareggi e 5 sconfitte, viene esonerato e sostituito da Franco Colomba. A seguito dell'esonero di quest'ultimo viene richiamato alla panchina del Padova il 20 marzo 2013 e conclude il campionato all'11º posto con 53 punti. Il 3 luglio viene sostituito sulla panchina biancoscudata da Dario Marcolin.
Il 24 novembre seguente viene chiamato ad allenare la Juve Stabia, ultima in Serie B con 7 punti in 15 partite. Pea, che porta con sè Andrea Tarozzi come vice e Arturo Gerosa come preparatore atletico, viene presentato il giorno seguente nella sala stampa dello Stadio Menti.


Palmarès

Settore giovanile

Campionato Primavera: 1 - Sampdoria: 2007-2008
Torneo di Viareggio: 1 - Inter: 2011

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