mercoledì 29 agosto 2012

Una necessità impellente - da "L'Equilibrista... poesie dal quotidiano"




Una necessità impellente
non basterà per farmi ricredere
che i passi già fatti
non hanno più un senso.

Ogni tuo rimprovero
è la prova dell' eternità
del mondo.
Tu parti dalle origini di esso
e arrivi ai nostri giorni
con una linea retta
che non flette mai.

Ti guardo a volte
e ancora non trovo
il motivo
di tanto accanimento.

Anche le ombre
hanno un senso nel tuo ragionamento.

Servono o son servite
a non portare a galla
i sentimenti acerbi
della mia reliquia.

Troppo donna tu
ed io ancora imberbe.

Trovami un motivo
di questa vita assieme
come un destino
o come una condanna
e tornerò indietro
sui passi che non ho mai fatto.


Gioacchino Ruocco
Ostia Lido             29/08/2012

martedì 28 agosto 2012

Vicini di casa : Sergio Scatizzi



























A Sergio Scatizzi

Oggi le mele,
ieri un mazzo di fiori,
un cesto di ruvide
sembianze.
Ti sei portato via
l’aurora dei miei sogni.
Paesaggi a non finire,
spatolate di colori,
un incredibile
somiglianza al vero.
Tenero il mistero
del colore
che adopri,
impercettibile
il percorso
per arrivare al dunque
ma nel complesso
una sensazione vera
della realtà
già vista,
immaginata
e riprodotta
con emozioni
che stentavo a credere.
E nella luce
il carma
di un sogno vero.



Gioacchino Ruocco
Ostia 2009

lunedì 27 agosto 2012

Che tengo ‘a perdere ? inserita nella raccolta "TIPI"





Che tengo ‘a perdere
si ogge me va storta?
I’ tiro fore ’a sporta
cu chello che m’avanza

e quanno è chiena ‘a panza
che vuò penzà ?
Iusto pe fantasia.
pe fa vedè a ll’ate

ca dico pure ‘a mia,
tengo pur’io n’idea
‘e chello ch’è sta vita.
Si faccio ‘a parte ‘e tuosto

nun è c’’o faccio apposta.
‘O faccio pe fa ridere
sti quatte mosche
ca me stanno appriesso.

Chille ca me sanno
sanno chello ca dico
e ancora qualche amico
pur’io, pur’io ‘o tengo.

Io campo a bbona ‘e Ddio,
m’avasta poco
nu piezzo ‘e pane,
na sfoglia ‘e na cepolla

e quanno ll’acqua volla
iusto duie file ‘e pasta
pecchè ‘o poco avasta
e ‘o troppo  te va a mmale.

I’ dint’a sporta tengo
tanto  bbene ‘e Dio
ca pozzo priparà
na tavola

pe nati cciente e ciente
pe tutte chille
ca stanno appriesso a loro
pe chi me vene a dicere

ca nun po’ cchiù campà
ch''e tiempe so' cagnate
e  intanto quanno bussa
cuntinua a rusecà.


Gioacchino Ruocco
27/08/2012 - Ostia lido

E’ inserita nella raccolta “Tipi”




sabato 25 agosto 2012

Un deludente inizio - Juve Stabia – Livorno: 1 – 3



Stadio Menti - Castellammare di Stabia


Un motivo ci deve pur essere se si perde una partita in casa 3-1 e non si possono accogliere a scusante le lamentele di chi in campo c’è stato 90 minuti e più e non ha mantenuto l’impegno preso con il giuramento di fronte alla propria tifoseria all’inizio della partita.

Chi l’ha vissuta da spettatore e ha pagato un biglietto torna ad essere posseduto dalla quella rabbia che porta ad essere cattivi e chi la partita la vive a distanza, come me, solamente attraverso i risultati forniti da Televideo, al momento del pareggio, è diventato subito il presupposto di una sconfitta annunciata e ho avvertito il malessere di quando la squadra è in vantaggio e si fa facilmente raggiungere dall'avversario come se fosse in "bambola".

Eppure sembrava che qualcosa di più serio bollesse in pentola dopo l’incontro e il risultato con la Sampdoria. Forse era un fuoco vacuo e la delusione manifestata da Braglia mi sorprende come se avesse allenato un’altra squadra e i giocatori in campo è la prima volta che li vede, sia quelli fumantini come Zito, sia quelli che non s’impegnano più di tanto e hanno bisogno sempre e comunque di una sveglia più forte per tornare al loro ingaggio di pedatori.

Un consiglio per il patron di casa: dovrebbe lasciar fare il proprio mestiere agli arbitri e ai guardialinee e tirare le orecchie, invece, ai suoi giocatori che prendono uno stipendio e si fanno mantenere dalla società e scendono in campo per recitare la sceneggiata napoletana.

Bisogna chiamare le cose col proprio nome se no si cade in difetto di giudizio e non confondere le idee alla gente che, sempre e comunque, paga il proprio biglietto per assistere ad uno spettacolo che vorrebbe divertente e da passatempo e si trova davanti, invece, ad una tragedia. Se non hanno sbagliato campo e se non erano preparati alla delusione saranno tornati a casa con le lacrime agli occhi o con la bava alla bocca per non essere da meno a  Manniello e non sanno cosa rispondere alla propria moglie o alla propria fidanzata o agli amici che si tengono lontano da queste “fesserie” con una settimana di paranoia addosso da smaltire in chiacchiere, congetture ed anatemi o altre fesserie del genere rendondo la vita difficile anche a chi vive loro vicino.

Una squadra è anche responsabile di questo, come dell’ordine pubblico e della buona riuscita della vita della città alla quale appartiene. Chi sa se Manniello lo sa ?

Segnature:
al 34′: Michele Murolo per la Juve Stabia; 
 e al 43′: Simone Salviato;    64′: Luca Siligardi;  72′: Federico Dionisi per il Livorno

venerdì 24 agosto 2012

Juve Stabia - Livorno (2012 - 2013)

Stadio Menti - Castellammare di Stabia


Il campionato di calcio di Serie B 2012/2013 prende l'avvio domani 24 agosto 2012 con la seguente situazione di fatto delle squadre ammesse a parteciparvi dopo le promozione e le retrocessioni e  le sentenze emesse a carico di quelle che hanno qualche peccato da farsi perdonare.







Le regole sono quelle di sempre per cui terminata la stagione regolare le due squadre posizionatesi al primo e secondo posto vengono direttamente promosse in Serie A mentre la terza, quarta, quinta e sesta qualificata dovranno disputare i play-off con partite di andata e ritorno.

I Play-off non si disputano se tra la terza e la quarta qualificata vi sono almeno 10 punti di distacco, in questo caso la terza squadra della classifica accede direttamente alla Serie A. 

Retrocedono in Serie C1 la squadre classificatesi al terzultimo, penultimo e ultimo posto della classifica, mentre la quart’ultima e la quint’ultima squadra si dovranno affrontare nei play-out con partite di andata e ritorno per decidere la quarta squadra che deve retrocedere. 

I play-out non si disputano se tra la quart’ultima e la quint’ultima vi sono almeno 5 punti di distacco, in questo caso la quart’ultima viene direttamente retrocessa.





Che dire della Juve Stabia che ha esordito in Coppa Italia affrontando la Sampdoria che nel passato campionato non le aveva mai ceduto, schierando in campo con la nuova numerazione e un (4-4-2) 22.Seculin; 25.Baldanzeddu, 23. Figliomeni, 6. Scognamiglio, 19.Dicuonzo; 27.Acosty, 21.Jidayi, 8.Mezavilla (41'st 7.Erpen), 3.Zito (44'st 4.Agyei); 11.Mbakogu (39'st 18.Danilevicius), 9.Bruno con a disposizione: 1.Nocchi, 15.Vinci, 17.Maury, 16.Improta. All. Piero Braglia

L'incontro, chiusosi a rigori, a favore della Juve Stabia  ha messo in evidenza elementi di sicuro valore e di impegno confermato contro una squadra  che non era venuta a Castellammare per perdere, ma sicura di portare il risultatao a casa.

Domani alle 2045, nuovamente in casa, vedremo quali conferme la squadra offre contro un altro avversario ostico e determinato come il Livorno.

Non voglio fare pronostici, ma soltanto auguri a una squadra che l'anno scorso era partita già penalizzata per il cattivo mestiere delle combine e successivamente maturata, anche se con qualche fermata di troppo, arrivando ad una posizione in classifica che aveva fatto pensare di poter accedere ai play-off.

E' bello sognare, ma tutto in una volta è quasi impossibile. Speriamo bene anche per quest'anno non per mettervi le radici ma per mostrare alla cittadinanza e ai tifosi da sempre assetati di successi, che davvero la Juve stabia  possa accedere a quei risultati ai quali tanti atleti stabiesi hanno sempre aspirato fino al punto da emigrare in altre squadre
per realizzare il proprio sogno.


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mercoledì 22 agosto 2012

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venerdì 10 agosto 2012

Vicienzo 'o giurnalaio




Tra il portone e l'architettura esterna del negozio tanti anni fa, quando ero ragazzo, dove c'è la cassetta di servizio del telefono o dell'energia elettrica, c'era una piccola edicola che si appoggiava al muro e permetteva appena al titolare lo spazio per ripararsi dalle intemperie o per sedersi quando ne sentiva la necessità.

Iniziata con un banchetto il titolare era riuscito a farsi assegnare quel piccolo spazio dove aveva portato avanti la sua attività di rivendita di giornali trasformandosi da "strillone" in edicolante.

Penso che l'Edicola davanti al Gran bar Napoli sia stata la conclusione di quell'avventura che ha permesso a tutta una famiglia la sopravvivenza che desiderava e aveva lungamente inseguita nell'immediato dopo guerra.

Nella mia memoria ho stampato il volto sia del padre che del figlio che conducevano l'attività, ma il ricordo dei loro nomi è vago, forse il padre si chiamava Vincenzo.

Ricordo che mi padre comprava da lui l'unico giornale che per diversi anni entrò in casa nostra. Gli altri, ad incominciare da Grand Hotel, Sogno, ecc. arrivavano dalle ragazze che venivano da mia sorella ad imparare il mestiere di sarta facendo un corso di taglio e cucito che prevedeva anche l'attività pratica che prestavano in aiuto per imparare a maneggiare gli attrezzi del mestiere.

giovedì 9 agosto 2012

Vicienzo ll'acquaiuolo


Nell'immagine manca davanti alla porta verde il bancone con i bicchieri, i limoni, l'insegna sulla porta e Vincenzo sempre pronto a servirti,

A proposito di "Vicienzo ll'acquaiuolo" segnalo che, oltre a quella iscrizione dipinta a mano dove descriveva una buona quantità di acque minerali e il loro uso medico-terapico, aveva collocato sul frontone sovrastante la porta anche qualche verso  di D'Annunzio che si dice avesse frequentato anche Castellammare di Stabia per motivi che non ricordo.

Altro che "acquaiuolo o acquivendolo ". Era un poeta nell'animo e con le sue combinazioni ti faceva desiderare l'ardente sete che D'Annunzio cantava nel L'oleando di cui ho riportato lo stralcio che include la citazione.



Gabriele D’Annunzio
Da   ALCYONE


L’oleandro


"O Glauco", disse Berenice "ho sete.
Dov'è la fonte? dove sono i frutti?
Dov'è Cyane azzurra come l'aria?
Dove coglierai tu con le tue mani
l'arancia aurata nella cupa fronda?
Come ci dissetammo!
E tanto era soave
il dissetarsi che desiderammo
l'ardente sete.
Al par di noi chi seppe
distinguere il sapore d'ogni frutto
e la maturità dal suo colore?
distinguere d'ogni acqua la freschezza
e ritrovar la sua più fredda vena?
e regolar le labbra al vario bere
e il sorso modular come una nota?

Salvaguardare quiete notturna


Da La Repubblica

Castellammare, stop a fuochi fino al 30 ottobre
sindaco Bobbio: "Salvaguardare quiete notturna"

I trasgressori puniti con una multa che va dai 50 ai 500 euro. La decisione del primo cittadino per contrastare l'abitudine di festeggiare ogni ricorrenza con giochi pirotecnici


Il divieto va dall’1 agosto al 30 ottobre 2012



Nota del blog

Al di là del rumore e del frastuono i fuochi possono provocare anche incendi nelle zone agricole o boschive prossime all’area dove si praticano.

Potrebbero essere dirottati sull’arenile che mi risulta ampio e adatto alla bisogna con l’obbligo di bonifica dell’area utilizzata nel giorno appresso, permettendo alla gente che ama queste tradizioni di uscire dalle case dove risiede, ma lasciandovi quelli che le denunciano come fastidio assicurando però nella zona una tutela di ordine pubblico per evitare furti  e sciacallaggio a seguito dell’avvenimento.

Il provvedimento è stato già adottato per gli altri fuochi.

mercoledì 8 agosto 2012

Un'altra razza di stabiesi






Anche a Castellammare, come in tutte le altre parti del mondo, quando non ci sono regole precise o la volontà di far rispettare quelle che esistono, c'è quello che crea degrado e quello che che cerca di metterci riparo.

Dobbiamo promuovere questi ultimi affinché diventino i primi artefici di una città decorosa e vivibile e sul loro esempio trovare il coraggio di una ricostruzione morale della convivenza cittadina.

Di associazioni a Castellammare ce ne sono tante, ma una come questa deve essere magnificata e appoggiata per il recupero e la gestione di quello che ancora è recuperabile e vivibile in sicurezza per farne centri per i meno abbienti, per chi non ha un tetto, per chi vive abbandonato a se stesso e via discorrendo.

Il degrado annotato nel loro sito è spaventoso, è improponibile perché una città come la nostra non può arrivare a forme di degrado così eclatanti e aberranti e proporsi poi come centro turistico.

La nostra città ha mille facce, ma quella del depauperamento della propria immagine è deplorevole. 

La coscienza c'è e l'associazionismo lo dimostra, ma deve uscire allo scoperto non soltanto per divertire, ma principalmente per invertire la rotta del degrado morale che è presente un po' dovunque e giustificato come mezzo di sussistenza quando l'assistenzialismo viene meno.

Castellammare dovrebbe scendere in piazza tutt'i giorni per dire a chi ancora non l'ha capito che non si esiste in quanto numeri, ma uomini che pensano al loro avvenire e se ne assumono la responsabilità

Francesco Paolo BONIFACIO





Nato il 3 maggio 1923 a Castellammare di Stabia (Napoli) 
Residente a Roma


Professione: Professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico presso l'Università di Napoli, professore ordinario di Diritto pubblico generale presso l'Università di Roma (dal 1/11/1976)


Mandati

VII Legislatura Senato


Incarichi e uffici ricoperti nella Legislatura



Governo Moro-V: Ministro di grazia e giustizia dal 12 febbraio 1976 al 28 luglio 1976 


Governo Andreotti-III: Ministro di grazia e giustizia dal 29 luglio 1976 al 10 marzo 1978 



Governo Andreotti-IV: Ministro di grazia e giustizia dall'11 marzo 1978 al 19 marzo 1979 

Gruppo Democratico Cristiano: Membro dal 5 luglio 1976 al 19 giugno 1979


Membro dal 24 maggio 1977 al 19 giugno 1979 
(sostituito da Gian Carlo RUFFINO dal 27 luglio 1978 al 20 marzo 1979) 



Membro dal 27 luglio 1976 al 23 maggio 1977

(sostituito da Alessandro AGRIMI fino al 23 maggio 1977) 



Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 


Francesco Paolo Bonifacio (Castellammare di Stabia, 3 maggio 1923  Roma, 14 marzo1989)
Professore ordinario di diritto romano.  
E’ stato un politico e giurista italiano, ministro della Giustizia e presidente della Corte costituzionale.
Bonifacio ottenne la nomina a giudice costituzionale da parte del Parlamento il 2 ottobre 1963.
Dieci anni più tardi, il 23 febbraio 1973, fu eletto presidente, incarico che mantenne per due anni, fino al 25 ottobre 1975.
Il 4 maggio 2011 l'amministrazione comunale della sua città natale gli ha dedicato una piazza nel quartiere San Marco.

Onorificenze


                  
«Giudice costituzionale»
— Roma, 13 novembre 1964
§                    Giudici costituzionali dal 1956. Corte costituzionale della Repubblica italiana. 









Il Palazzo


L'art. 1 della legge 18 marzo 1958, n. 265, stabilisce: "Il palazzo della Consulta in Roma, delimitato da piazza del Quirinale, vicolo del Mazzarino e via della Consulta, compresi gli accessori, le pertinenze e gli arredi, è destinato a sede permanente della Corte costituzionale".
La costruzione della "Fabbrica della Sagra Consulta" sul Colle Quirinale (detto anche Montecavallo) fu effettuata, per volere di Papa Clemente XII (Corsini), negli anni 1732-1737, su progetto dell?architetto fiorentino Ferdinando Fuga. Il Fuga realizzò un edificio pubblico destinato ad ospitare la congregazione Sacra Consulta e la Segnatura dei Brevi, nonchè ad acquartierare i reparti dei Cavalleggeri (guardie a cavallo del pontefice) e delle Corazze (corpo appiedato destinato alla scorta della carrozza papale).
I lavori per la costruzione del Palazzo comportarono la demolizione integrale delle fondamenta di un precedente palazzetto e dei residui ruderi romani delle Terme di Costantino. Fu, altresì, necessario l?utilizzo di particolari tecniche per il rivelarsi di una notevole inconsistenza del terreno, segnato da infiltrazioni d?acqua e soggetto a smottamenti. Il Fuga ricorse ad un consolidamento del suolo mediante l?affondamento di palizzate e la realizzazione di muri sotterranei di grande spessore, trattenuti da catene.
Il Palazzo della Consulta fu sede, nel periodo napoleonico, della Prefettura del Tevere; e, nel 1848, del Governo della seconda Repubblica Romana.
Con l?annessione di Roma all?Italia (1870) il Palazzo della Consulta venne incamerato al demanio. Per la sua prossimità al Palazzo del Quirinale venne destinato, in un primo momento, a residenza dei principi ereditari. Rivelatosi poco adatto, fu assegnato, nel 1874, al Ministero degli affari esteri.
Nel 1924 il Ministero degli affari esteri venne trasferito a Palazzo Chigi. Il Palazzo della Consulta divenne, allora, sede del Ministero delle Colonie (dal 1937, Ministero dell?Africa italiana), fino alla soppressione del dicastero nel 1953.
Nel 1955 fu assegnato a sede della Corte costituzionale. La prima udienza pubblica della Corte (il 23 aprile 1956) si tenne nell'aula approntata al piano nobile del Palazzo.


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