mercoledì 6 agosto 2014

Teatranti in scena a Palazzo Farnese

Castellammare, politica in default: teatranti in scena a Palazzo Farnese

Castellammare, politica in default.

 

Stavolta è il web a gridare “dimettetevi tutti”. E’ l’ultimo grido sordo di dolore che viene da una cittadinanza stanca, di questa politica autoreferenziale, ove si accaval- lano solo comunicati stampa per pulizie, fibre ottiche e lavori voluti da questo o quel consigliere, come se quest’ultimi non fossero deputati a fare questo. Mentre nel Pa- lazzo ci si scanna, i riformisti divisi e messi all’angolo dal proprio partito, la minoran-za, che con modi sciacalli non propone niente di alternativo, approfitta delle numero- se debacle della maggioranza, i cittadini soprattutto quelli di fede politica che nelle scorse elezioni hanno votato Cuomo o che si sono alleati per opportunità, stanno iniziando a prendere le distanze da questa imbarcazione in avaria.
E’ inutile dire quanto la città stia in ginocchio nonostante i proclami, ed il gioco delle tre carte o le varie partite di giro che poi, alla fine, a guadagnarci sono sempre i soliti noti. I pupari che al di là delle amministrazioni sono loro a tirare i fili del gioco. Si esorta il Palazzo a capire che questi giochi politici, sono distanti anni luce dai biso- gni della gente, dalle necessità quotidiane. Basti pensare alla raccolta dei rifiuti, ai balzelli quotidiani e alle convenzioni mancate a favore dei familiari con i  disabili a carico. Oltre allo Stato centrale che vessa in maniera persecutoria, il cittadino stabie- se deve sopportare anche le gabelle comunali senza per altro avere i servizi richiesti se non in maniera esigua. La lista sarebbe lunghissima, dando l’impressione di spa- rare sulla Croce Rossa, facendo diventare l’amministrazione stabiese un martire; ma chi chiede la fiducia con la reiterata richiesta di preferenza elettorale, deve accettare tutte le responsabilità che essa comporta e non sfuggire per tattica e tecnica politica davanti anche alla possibilità remota della sconfitta.
Certamente, stamane la mancanza del numero legale, la strafottenza, la tracotanza, l’approssimazione di alcuni consiglieri, sindaco compreso, che entravano in ritardo alla chiamata dell’appello, la dice tutta sulla vergognosa rappresentazione teatrale andata in scena in un desertico emiciclo comunale. 
A niente, sono valse le prescrizioni del ministro Alfano, questa è una città veramen- te anarchica non si sa quanto per ideologia, quanto per incapacità. Negli anni pas-sati, Castellammare di Stabia era citata e ammirata come laboratorio politico, imma- giniamo che non sia questa la risposta alla politica locale e nazionale che si sta av-viando letteralmente al default. Tutti ricordano le lacrime all’indomani della vittoria elettorale del centro sinistra: ci auspichiamo che tali lacrime nel tempo non assuma- no un significato diverso.
A beneficio della memoria:

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