domenica 2 novembre 2014

'O prutusino di Raffaele Bracale




Il prezzemolo, alla latina Petroselinum sativum ( donde il partenopeo prutusino), è una pianta aromatica erbacea appartenente alla famiglia delle Ombrellifere e originaria della Sardegna. L'altezza del fusto della pianta può variare dai 15 agli 80 cm e le sue foglie, di un bel colore verde brillante, possono essere piatte o arricciate a seconda della varietà di prezzemolo, anche se le foglie di entrambe le varietà mantengono una forma vagamente triangolare. 

La caratteristica principale di questa pianta aromatica è di essere usato in cucina praticamente ovunque : sia per insaporire i cibi, sia per le decorazioni. 



Il prezzemolo à inoltre la singolare capacità di ravvivare l'aroma di altre erbe e spezie e proprio per questo, tritato finemente, è utilizzato nella preparazione di salse, antipasti, primi piatti, secondi piatti di carne ma, in special modo (tritato finemente assieme all’aglio) nei secondi di pesce. Unica avvertenza: va consumato e utilizzato crudo per mantenerne il sapore; nei piatti caldi va sempre aggiunto a fine cottura. 

Il prezzemolo è dunque un’erba aromatica che non va mai cotta: con la cottura perde di aroma e può aumentare la forza di una eventuale spiacevole componente velenosa (il prezzemolo può infatti venir confuso con la velenosissima cicuta minore (Aethusa cynapium), detta anche falso prezzemolo per la sua somiglianza a questa pianta aromatica.

La cicuta minore è utilizzata, opportunatamente diluita, in omeopatia per le coliche addominali. A scanso di equivoci, conviene non cuocere mai il prezzemolo, ma non evitarlo come fanno taluni sciocchi che non fidandosi del proprio ortolano si privano di questa insostituibile erba aromatica. Pare che il prezzemolo fosse noto già nell'antichità e che i Greci lo utilizzassero non come aroma, ma come decorazione per tombe, aiuole e principalmente per i suoi poteri terapeutici: un vero toccasana, sembra, contro i disturbi dei reni, della vescica e contro il mal di denti, oltre che – se masticato a fresco – depurativo dell’alito di chi abbia ingerito aglio.

I Romani, invece, lo utilizzavano essenzialmente in cucina e per confezionare ghirlande per gli ospiti dei banchetti. I vicini dei Romani, gli Etruschi, consideravano il prezzemolo una pianta dalle proprietà magiche e per questo ne facevano unguenti miracolosi. Per la sua particolarità di essere utilizzato, non solo in cucina, ma praticamente ovunque, il prezzemolo è stato lo spunto per un famoso detto, ironicamente ed icasticamente riferito a tutti gli individui che, invadenti, saccenti e presuntuosi con la loro fastidiosa presenza, corredata di inutile logorrea si appalesano dove non sono invitati e/o richiesti : "essere prutusino ògne menesta!”

In conclusione si può dire che le erbe come malva, ruta e prezzemolo, per le loro proprietà aromatiche e/o terapeutiche giustamente si meritarono la grande considerazione in cui le tennero i nostri antichi ed a mio avviso ancóra la meritano.


Raffaele Bracale

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