giovedì 29 ottobre 2015

Caro Luigi - Abolizione della tassa sulla prima casa



Luigi Vicinanza

Caro Luigi,
nell’editoriale del n. 43 del 2015 de L'Espresso, scrivi “il 79 per cento delle famiglie possiede un alloggio contro il 59 per cento di quelle che possono fare affidamento su un lavoro dipendente”.

Alla tua affermazione mi vien voglia di contrappore la domanda: - Quando l’hanno acquistata ?
Se fai una verifica al catasto troverai molti nullatenenti proprietari di case o minori ancora in tenera età.

Saranno dei prestanomi ?  delle finte donazioni ? o trasferimenti di propietà in incognita ?
Ricordo di tanti arricchiti improvvisamente, specialmente quando in città si verificava una vincita sostanziosa al totocalcio. I vincitori si moltiplicavano da un giorno all’altro e i notai avevano le file fuori la porta.

Certo un genitore o tutti e due assieme possono donare ai propri figli quando i soldi da donare hanno provenienza legittima, ma ho avuto sentore che tanti fortunati erano teste di legno.
Le voci circolavano con una certa leggiadria per non turbare o far sapere più del necessario lasciando in giro quelle quattro chiacchiere che potevano essere smentite senza battere ciglio.
Ricordo una frase di una vicina di casa: Appena te vedeno cu na vesta nova ‘ncuollo penzano ch’è pigliato a bonafficiata”.

Intanto la zia di mio padre vinceva sistematicamente giocando i suoi ambi e i suoi terni. Da moglie di un operaio dei Cantieri metallurgici ha lasciato ogni figlio con uno o due alloggi intestati.
Era ancora il tempo che il gruzzolo veniva tenuto in casa con le porte aperte. I fatti di cronaca registravano liti e rari casi di prepotenze perpetrate dai camorristi che gironzolavano per la città. Di furti non se ne parlava proprio.

Giusto chi se li giocava e perdeva raccontava che era stato derubato lungo la salita del mulino o quella del Capo rivo, strade che non consentivano una ritirata veloce a chi metteva in atto questo reato.

I complici che consentivano l’esercizio di questi marchingegni erano e sono rimasti ancora gli stessi che svolgono la loro professione solamente redigendo gli atti e non accertando, se sono tenuti a farlo, la provenienza del denaro e la regolarità dei soggetti partecipanti. Maestri di sotterfugi e di consigli per sorpassare le leggi. Buona parte di questi acquisti sono avvenuti in questo tipo di regime.
Sotto a chi spetta di andare in cerca dell’ago nel pagliaio o del pelo nell’uovo.

Chi governa invece dovrebbe comportarsi come il buon padre di famiglia e non caricarci di preoccupazione non andando al di là del mandato affidatogli.

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