mercoledì 15 settembre 2021

Cancellati dalla memoria di ogni giorno

 

La lapide De Sanctis

“ritrovare la lapide scomparsa,
potrebbe essere un bel modo per festeggiare il Natale e il 2014″
( appello del Comitato per gli Scavi di Stabia )

Sala da Toletta Rosato (coll. G. Plaitano)

La lapide

La pubblicazione della foto che documenta la sala da toletta Rosato in via Brin ha indotto il Comitato per gli scavi di Stabia a segnalare la scomparsa della lapide che almeno dalla fine del XIX secolo – inizi XX secolo era posta sulla facciata del fabbricato di via Benedetto Brin, 36, alla destra in alto rispetto al vano di accesso al palazzo.Si tratta di una grande targa marmorea con cornice, apposta sulla casa natale (via Brin 36) del sottotenente volontario Nicola De Sanctis, morto a 28 anni durante la battaglia di Adua, ad Abba Garima in Etiopia nel 1896.
La recente ristrutturazione del condominio (anno 2012, presumibilmente) ha comportato la scomparsa della lapide dalla facciata, che ci auguriamo circostanza temporanea. Confidando che il documento marmoreo sia stato momentaneamente accantonato a deposito, facciamo appello ai condomini e all’Amministrazione comunale (che pagò all’epoca la realizzazione) affinché la lapide sia riposizionata quanto prima, in quanto documento storico, al di là del linguaggio militaristico che la pervade.

testo tratto da documentazione originale

testo tratto da documentazione originale

A pochi chilometri da Adua, in località Abba Garima, nel marzo 1896 il corpo di spedizione italiano che puntava all’espansione coloniale subì una pesante sconfitta a opera delle forze etiopiche guidate dal negus Menelik, sia per errori tattici italiani sia per la soverchiante forza militare abissina. La sconfitta di Adua provocò la caduta del governo di Francesco Crispi. Due gli stabiesi che perirono nella disfatta di Adua, entrambi decorati alla memoria due anni dopo, nel marzo 1898: il sottotenente De Sanctis ricevette la medaglia d’argento con la seguente motivazione: “Ferito sul principio dell’azione, non volle ritirarsi dal combattimento e perdurò coi resti del proprio plotone nella resistenza contro soverchiante nemico, dando esempio di coraggio e fermezza, finché vi perdette la vita”. Al di là del giudizio critico sulla politica espansionistica dell’Italia di Crispi e sugli errori delle gerarchie militari, ci pare doveroso che non si perda la memoria di un giovane stabiese che partì volontario e perse la vita lontano dall’Italia. L’altro stabiese che morì ad Abba Garima fu il tenente Cesare Vittorio Putti, aiutante maggiore del comandante del quinto battaglione Fanteria, anch’egli decorato con medaglia d’argento alla memoria, nato a Castellammare il 21 luglio 1865: la lapide che lo ricorda per fortuna ancora sopravvive in via Roma (sua casa natale), trasferita dal vecchio palazzo che sorgeva al civico 16 sulla facciata del nuovo complesso edilizio che fu ricostruito anni fa sulla stessa area, e che fa angolo con via Denza.

Via Brin odierna dove era la lapide (fonte Google)

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