domenica 16 settembre 2012

'O LAVARONE






Tradotto in italiano il vocabolo che è riportato nel vocabolario napoletano come accrescitivo di lava sta per “torrentaccio, stagno, pozza e nel significato traslato quale “cibo molto brodoloso ed insipido”.
Per i nuclei urbani posti ai piedi di montagne o colline è un fenomeno che si ripete ogni qualvolta le piogge arrivano abbondanti.
L’acqua trascina a valle tutto quello che non è vincolato al suolo o che il suolo non riesce a trattenere, ma quello che è più tragico sono i rivoli che a valle non è più possibile pulire per le coperture che su di essi sono state praticate per ridurre i measmi provocati dai liquami in essi versati in assenza di una sana politica  del territorio assente nei comuni posti  in alto e della mancata manutenzione del territorio boschivo che è stato alterato per sfruttarne le capacità di attrazione che la natura contiene in se e diciamola tutta per speculare anche su quei terreni sui quali altrimenti non sarebbe possibile costruire.
L’acqua che arriva a valle mista a fogliame, sottobosco, tronchi, rami, pietrisco e qualche volta anche con i rifiuti scaricati abusivamente nella boscaglia  non sottoposta a controlli di vigilanza, allaga le zone con dislivelli negativi rispetto al livello del mare dove non dovrebbero neppure arrivare stando alle leggi antinquinamento emanate nel nostro paese, allagando qualche ora dopo piazza monumento come da sempre, da una eternità e con essa i negozi che su di essa affacciano mentre i condotti fognari saltano in quanto misurati su portate modeste, i rivoli fanno paura specialmente nelle zone dove sono stati coperti non potendone ispezionare le opere vive di contenimento.
La notizia di ieri 13 settembre non mi meraviglia in quanto in questo paese rientra il rituale del  piagni- steo, del dobbiamo fare e poi non si fa niente, di ritardi insopportabili e degli sprechi irrinunciabili.
La città e' stata invasa, come da sempre, da un torrente di fango che ha provocato gravissimi disagi e tanta paura nella popolazione che subisce impotente ed incapace di mettere in atto atteggiamenti politici di rivalsa  a causa delle anomali piogge che questa mattina hanno interessato la zona.
Nelle strade si sono formati pericolosi torrenti di acqua e fango venuti giù dai comuni dei Monti Lattari. Tutto il centro cittadino si e' trasformato in un lago con oltre 30 centimetri di acqua in piazza Monumento.
La notizia non risale all’epoca del diluvio universale ma al tredici settembre di quest’anno e sapete quanti anni sono passati da quando in un’occasione.
Anni addietro, quando abitavo ancora a Torino e  viaggiavo con una 128 della Fiat che aveva uno spinterogeno che rischiava di fermarsi alle prime gocce di pioggia nel dover raggiungere i miei familiari in via Cosenza nelle prossimità della chiesa di san Marco pensai di scansarla nella parte nella parte piana che già risultava allagate e di fare la strada della passeggiata archeologica.
Nel breve tratto che si percorre da Viale Europa per raggiungerla la macchina si trovò contro non soltanto una marea d’acqua che arrivava da Gragnano e da Monte Pendolo in particolare. Quei pochi metri diventarono un thriller fino a quando non lo superai procedendo a una velocità modesta ma sicura. Quando riuscii a svoltare non mi sembrò vero di aver attraversato quel mare di acqua e fango.
Lo spinterogeno una volta tanto aveva superato la sua crisi e mi aveva permesso di mettermi in salvo con tutta la mia famiglia che cercava di darmi coraggio.
Più di una volta avevo avvertito colpi molto forti sul davanti della carrozzeria mentre mi passavano a fianco rami e pietre di ogni tipo, acqua del colore di pozzolana, fogliame  trascinato senza requie dalle pendici molto ripide di Monte pendolo, fascine e non so quante altre risultanze.
Fu il momento più lungo della mia vita, quello che l’avrebbe potuta cambiare trasformandola in tragedia come le tante che si verificano in questi frangenti.
E i lavaroni cone una nota di colore indispensabile continuano a verificarsi dando all’economia della cittadina  il volto di chi è atato funestato e chi sa quando verrà aiutato e di quelli che ne ricavano un guadagno, un’occasione di lavoro che l’edilizia invernale non sempre consente quando piove.
Le fogne vanno liberate, la piazza e le vie pure e i camion incominciano a viaggiare su e giù per le strade cittadine spostando quei rifiuti che sono arrivati a valle senza badare all’idoneità dei luoghi dove verranno sistemati.
Prima che il fango si asciughi giù altra acqua, che non è un lavarone, con autobotti per toglierne i residui dalla strada.
Il mare per alcuni giorni cambia colore, sembra il mar giallo o il mar rosso dei pomodori che Cirio vi scaricava, un mare che aveva fatto tanto per riacquistare il colore naturale e la sua salubrità ma non riesce proprio a venirne fuori dalla cloaca che lo hanno fatto diventare. 



LA CRONACA


La città di Castellammare di Stabia in mattinata per un'ora è stata invasa da un torrente di fango  che ha provocato gravi disagi e tanta paura nella popolazione a causa delle forti piogge. Nelle strade si sono formati pericolosi torrenti di acqua e fango venuti giù dai comuni dei Monti Lattari: da Casola di Napoli, da Lettere, Gragnano e Pimonte, e le fognature non hanno retto alla pesante libecciata. Allagamenti di scantinati, strade trasformate in torrenti, un'onda di fango riversatasi dalle colline alle pendici del Monte Faito ha invaso il Centro antico. Salita piazza Grande e via Cognulo hanno rivissuto la paura dell'inondazione che interessò la stessa zona quindici anni fa. Tutto il centro cittadino si è trasformato in un lago con oltre 30 centimetri di acqua in piazza Monumento. Le immagini degli allagamenti e dei torrenti di fango sono state subito pubblicate su Facebook dai cittadini che hanno filmato e fotografato l'eccezionale allagamento nei vari punti della città. Innumerevoli le telefonate ai vigili del fuoco e ai Vigili urbani che sono dovuti intervenire soprattutto in località Panoramica, sulla Strada statale sorrentina, dove il disagio per il fiume di fango che proveniva dalla località Madonna della Libera ha fatto temere per la circolazione.
Il sindaco Bobbio commenta: «A Castellammare il sistema di drenaggio urbano ha retto all’eccezionale temporale che si è abbattuto sulla città, provocando solo pochi e isolati casi di allagamento e situazioni di criticità. Che, in ogni caso, sono stati prontamente neutralizzati, nei loro effetti potenzialmente più dannosi, grazie al lavoro congiunto del personale dell’ufficio tecnico comunale, della Multiservizi, della Protezione civile comunale e delle Associazioni Cems, Ross e Copaso».




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