domenica 21 gennaio 2018

ritrovamenti in seguito alla realizzazione di due opere pubbliche, ma con epiloghi diversi.






Stabiae e Pompei, due episodi verificatisi tra il 2005 e il 2010 che hanno in comune i ritrovamenti in seguito alla realizzazione di due opere pubbliche, ma con epiloghi diversi.
E' molto frequente durante l'esecuzione delle opere pubbliche nella piana del Sarno e in particolare nell'area stabiese, l'ager stabianus, imbattersi nelle rovine romane. Possiamo dire che la costruzione dell'autostrada NA-SA e la linea ferroviaria Circumvesuviana sono state spesso oggetto di ritrovamenti. I due casi che mi hanno incuriosito riguardano il ritrovamento di via Ponte San Benedetto a Stabiae e quello di Moregine a Pompei. Mi hanno incuriosito per i diversi sviluppi che hanno avuto i due ritrovamenti: quello fortunato di Moregine con il ritrovamento degli argenti e quello passato nel silenzio di Ponte San Benedetto a Stabiae. Nel primo caso il clamore, la mostra negli Stati Uniti e poi quella nella Palestra Grande di Pompei; nel secondo caso il silenzio e nessuna traccia visiva dei ritrovamenti.
La vicenda di Moregine è suggestiva per come si sono svolti i fatti nell'arco di ben 50 anni, dal 1959 al 2010. Infatti, si racconta che nel 1959 nel corso dei lavori di costruzione dell'autostrada NA-SA, ripresi nel 1999, venne ritrovata una gerla in vimini che sembrava piena di fango eruttivo, la gerla venne conservata con cura. Solo una radiografia fece emergere la presenza di argenti. Il materiale recuperato venne inviato negli Stati Uniti per una mostra durata 5 anni, fino al 2015. Poi l'esposizione nella Palestra Grande di Pompei, con fiumi di articoli e personalità del mondo della cultura a commentare il valore dei preziosi ritrovati. Si è riuscito a scoprire anche la famiglia proprietaria della Domus i "Sulpicius" puteolani. Si riesce a stabilire l'età del bambino che giaceva accanto alla gerla, 4 anni, e tante altre informazioni.
Veniamo adesso a Stabiae, il ritrovamento effettuato nel corso del raddoppio della ferrovia circumvesuviana nella periferia nord di Castellammare di Stabia, in via Ponte San Benedetto. Si tratta di lavori di scavo finanziati dal Ministero dei Beni Culturali, Direzione Generale di Archeologia. Gli scavi sono durati ben tre anni, dal 2009 al 2011, tra l'indifferenza dei media e il silenzio delle autorità, comprese quelle locali. Al termine dei lavori di scavo lo studio del sito venne pubblicato sul sito della Direzione Generale Archeologica. Nella relazione si legge di una domus con cucina e complesso termale, di cui furono indagati 24 ambienti della pars urbana, pars rustica e pars fructaria. Vennero rivenuti numerosi oggetti, tra cui anfore, vasellame sigillato, vasellame da mensa e servizi da portata (non è specificato di che materiale). Ambienti decorati in II e III stile. Si consideri che le pareti della struttura giacciono a m 1 dal piano di campagna. Tutto quì, non si è riusciti a risalire ai proprietari della domus e nessuno è riuscito a vedere gli oggetti ritrovati, non è indicato il luogo nel quale sono stati conservati gli oggetti ritrovati. Quel luogo negli anni verrà dimenticato e sepolto da altre opere pubbliche. Infatti, la struttura dovette essere già scoperta nel corso dei lavori del primo binario della circumvesuviana e della S. S. 145, allora denominata Corso Italia.
Meritava almeno un articolo sulla testata nazionale o quanto meno sui giornali locali?
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Commenti
Massimo Santaniello
Massimo Santaniello Certe scelte di opportunità proprio non le capisco, i reperti di Stabiae in mostra al Museo di San Pietroburgo hanno avuto un successo incredibile, in un anno alcuni milioni di visitatori, nei dieci anni penso abbia fruttato all'Heremitage incassi per decine di milioni di euro. Ma di turisti Russi (da non confondere con studenti in convenzione) a Stabiae non vi è traccia. La mostra dei reperti di Stabiae negli Stati Uniti, al Museo di Washington, altro successo di pubblico, 3 milioni di visitatori solo nel 2004 tra i vari musei statunitensi per milioni di euro di incassi, ma di turisti americani a Stabiae non vi è traccia. Mi chiedo: ma che tipo di accordo è stato stipulato? Auguriamoci che a breve la mostra venga allestita nel Museo di Quisisana, se 200 reperti hanno attirato l'attenzione di milioni di Russi e Americani, 8000 reperti dovrebbero essere sufficienti a portare incassi per sostenere i costi del Museo. Non dico milioni di visitatori ma quanti bastano a sostenere l'iniziativa. Insomma, la mostra dei reperti di Stabiae all'estero, nel suo complesso ha fruttato più milioni del Grande Progetto Pompei. Su questo le autorità dovrebbero riflettere.
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 · Rispondi · 22 h · Modificato
Maria Oddone
Maria Oddone La notizia di Ponte San Benedetto venne riportata da Metropolis per un paio di volte ma anche a me è rimasta la curiosità di sapere e vedere, nel tempo mi sono fatta l’idea che i nostri reperti giramondo fanno comodo a tanti.
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Massimo Santaniello
Massimo Santaniello Antonio hai sicuramente evidenziato alcune criticità, ma vorrei precisare che se volessimo elencare tutti i difetti e le carenze strutturali di Castellammare ci vorrebbe una giornata. Invece se volessimo elencare le bellezze del patrimonio storico-archeologico e paesaggistico ci vorrebbe almeno una settimana.


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Grazie all'ampliamento del sito, i visitatori di Pompei sono aumentati del 31% #investEU

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Annamaria Nastro Ecco quello che ci vorrebbe per Stabiae !!!
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