domenica 5 agosto 2018

Wish you were here Francesco​


19 h · 
Wish you were here Francesco​
Il 5 agosto del 1988 la vita della nostra famiglia è cambiata radicalmente, sogni e progetti polverizzatisi in una calda notte d’estate.
Ricordo tutto come se fossi ieri; il colore del pigiama che indossa vo, la voce di mamma che venne a chiamarmi: Francesco…
Capì subito quando l’avvisarono, capii subito anche io e mio malgrado, mi ritrovai catapultato in una realtà troppo grande per un ragazzo di appena vent’anni, costretto a prendere delle decisioni importanti di cui avrei fatto volentieri a meno.

Mi sono sempre chiesto se con una parola, un gesto, se anche io ti avessi invitato a rimanere a casa, se fossi riuscito a trattenerti ancora un solo minuto, sarebbe cambiato il tuo destino.
Forse no, era scritto che la tua parentesi terrena doveva durare poco più di 27 anni.
Ho cercato di immaginare quante cose avresti potuto fare in questi anni, come sarebbe stata la nostra vita e quante cose avremmo potuto fare insieme noi quattro con mamma e papà.

Loro che non si sono mai ripresi dallo shock, come avrebbero potu to?, hanno continuato a vivere il loro dolore con dignità e riserva -tezza.
Mamma si è consumata per venirti a trovare tutti i giorni, con il sole o con la pioggia fino a quando il suo fisico ha retto, per papà invece, ogni cosa aveva un senso se fatta in tua memoria.
Ma non per questo ci hanno trascurati, anzi.
La nostra vita si sarebbe dipanata in maniera diversa e tu sicuramen te ti saresti affermato nel campo artistico come e più di papà per- ché, a differenza sua che era mosso prima di tutto da un’infinita pas sione, avevi delle doti innate, l’estro e il talento dei grandi artisti.
E papà con grande orgoglio non perdeva occasione per rimarcarlo.

Il dramma che abbiamo vissuto ha cementato ancora di più il mio rapporto con Sandra e Paola.
La famiglia, valore tanto caro a papà che non perdeva occasione per ricordarcelo: guagliù vogliatevi sempre bene.
Ricordate, “Viribus Unitis”, l’unione fa la forza.
Così è stato e così è tuttora sebbene viviamo distanti l’uno dall’al -tro.
Non puoi immaginare quanto mi manchi Francesco, quanto sei mancato a tutti noi in questi anni.
Mi sono mancati i consigli e l’esperienza del fratello maggiore, le risate, le discussioni, la tua chitarra e le canzoni, i litigi, le imprese culinarie della notte, quelle famose “trovate gloriose” dalle quali venivano fuori delle autentiche leccornìe che però mettevano a dura prova la pazienza di mamma costretta a pulire e sistemare l’inimmaginabile, ed anche le “mazzate” che ogni tanto ci davamo.
L’ultima volta che ce le demmo di santa ragione, iniziammo nel giardino e finimmo nel bagno di casa con mamma che ci implorava di smetterla.
Ma pochi minuti dopo, come se nulla fosse successo, uscimmo per andare a prendere il caffè.
Era estate.
Ti penso e ci penso spesso Francesco e mentre scrivo, sto cercando di ricordare l’ultima volta in cui ci siamo abbracciati e ti ho detto ti voglio bene.
Ti pensano Sandra e Paola, Gerardo e Susi, ti pensano i parenti vicini e lontani e ti pensano i tuoi amici: Carletto, Andrea, Alfonso, Mario, Vittorio, Marcello e tanti altri di cui non ricordo il nome.
Sono passati trent’anni ma il tuo ricordo è vivo più che mai nel cuore di chi ti ha voluto bene.
Wish you were here Francesco, come l’ultima canzone che abbiamo cantato insieme.

Dedicata a Francesco
(Vorrei che tu fossi qui)
Trent’anni son passati
da quell'estate calda e maledetta.
Prima di mezzanotte ci hai lasciati,
avresti fatto meglio a dargli retta.
Però il destino tuo questo ha voluto,
che andassi in cielo, così all'improvviso.
In ospedale ti ho riconosciuto,
faccio fatica a ricordare il viso.
Mi manchi caro mio, immensamente,
vorrei un secondo solo per guardarti.
Ho un desiderio, uno solamente,
averti qui con me per abbracciarti.


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