sabato 15 maggio 2021

 La gestione dei documenti

nei tempi amministrativi

 

La gestione dei documenti nei tempi amministrativi, se non fatta correttamente, può diventare un onere eccessivo che porta inefficienza e perdita di competitività.

Viceversa, una buona gestione documentale rende molto più agevole lo svolgimento del lavoro quotidiano e l’erogazione del servizio. A patto di sapere come procedere.

 

I documenti da conservare sono diversi. Questo vale non soltanto per la pubblica amministrazione ma anche per aziende e liberi professionisti. La conservazione dei documenti, quindi, è una necessità. Ed ecco quali sono i documenti da conservare, per quanto tempo e come fare per conservali in ottemperanza di quanto stabilito dalla legge.

 

 

Temi:

1.        Obbligo di conservazione documenti

2.        Conservazione documenti: la tabella

3.        Conservazione documenti amministrativi

4.        Conservazione documenti aziendali

5.        Conservazione documenti fiscali

 

6.        Conservazione digitale

 

 

 

 

 

 

 

Obbligo di conservazione documenti

I documenti devono essere conservati per un determinato periodo di tempo. Periodo di tempo che varia in base al tipo specifico di documento che si ha bisogno di conservare. Il tempo di conservazione, in linea generale, va da un minimo di un anno a un massimo di venti anni. Un discorso a parte (come vedremo in seguito) va fatto per i documenti prodotti dalla pubblica amministrazione.

Tali documenti devono essere conservati perché vanno prodotti in caso di controlli o verifiche da parte degli enti preposti a farlo.

Conservazione documenti: la tabella

Per quanto non sia possibile generalizzare, questi sono i tempi di conservazione obbligatori dei principali documenti:

 

Documenti da conservare per 1 anno

Ricevute delle rette scolastiche

Ricevute di iscrizione alle palestre

Ricevute di spedizione in Paesi europei

 

Documenti da conservare per 2 anni

conservazione degli scontrini, per tutta la durata dei due anni, che fungono anche da garanzia per il prodotto acquistato.

 

Documenti da conservare per 3 anni

Bollo auto

Cambiali

Parcelle professionali

Compensi per artigiani

 

Documenti da conservare per 5 anno

Certificazione unica dei redditi

Ricevute dei pagamenti delle tasse

Pagamenti rateali e mutui

Ricevute dell’affitto

Assicurazioni

Spese mediche

Bollettini ICI

Multe

Bollette domestiche

 

Documenti da conservare per 6 anni

Modello UNICO

Modello 730

 

Documenti da conservare per 10  annì

Fatture

Ricevute per le spese di ristrutturazione casa

Tassa per la nettezza urbana

Canone TV

Estratti conto bancari

 

Documenti da conservare per 20 anno

Documenti commerciali relativi  a beni immobili.

Documenti da conservare per sempre

Le cartelle cliniche (non riportate nella tabella) rappresentano una sorta di eccezione perché devono essere conservate per sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Conservazione documenti amministrativi

Per quanto riguarda la conservazione dei documenti amministrativi, quindi in ambito pubblico, la questione è relativamente più articolata. Innanzitutto, la conservazione digitale a norma è obbligatoria. E il tempo di conservazione dei documenti viene gestito in questo modo:

 

Archivio corrente, di deposito, storico

Semplificando, nelle pubbliche amministrazioni i documenti possono trovarsi in uno di queste tre fasi di archivio:

·          Archivio corrente. L’insieme dei documenti che sono necessari per sbrigare le attività correnti di un ente.

·          Archivio di deposito. Contiene i documenti non più necessari al disbrigo degli affari correnti ma non ancora destinati alla conservazione permanente.

·          Archivio storico. Quando hanno esaurito la propria funzione, alcuni documenti vengono conservati nell’archi- vio storico per finalità di studio, per necessità di privati, per necessità amministrative o legali.

Una volta allocato nell’archivio storico, un documento prodotto dalla pubblica amministrazione viene conservato per sempre.

 

 

Il massimario di scarto

Non tutti i documenti prodotti dalla pubblica amministrazione sono destinati alla conservazione permanente. Anzi, molti documenti vengono scartati sia durante il trasferimento dal corrente al deposito sia, soprattutto, durante la fase di versamento dal deposito allo storico.

Lo strumento che stabilisce quali documenti, una volta terminato il periodo di conservazione obbligatoria, devono essere scartati è il massimario di scarto.

Conservazione documenti aziendali

Fermo restando quanto riportato nella prima tabella che abbiamo fornito, per la conservazione dei documenti aziendali bisogna fare un discorso a parte. Un discorso che comincia con l’articolo 2220 del codice civile. Il quale recita che:

Le scritture [contabili] devono essere conservate per dieci anni dalla data dell’ultima registrazione. Per lo stesso periodo devono conservarsi le fatture, le lettere e i telegrammi ricevuti e le copie delle fatture, delle lettere e dei telegrammi spediti.

Per scritture contabili si intendono tutti i documenti che attestino i movimenti economico-finanziari di un’azienda.

La tabella di conservazione dei documenti aziendali

Stabilito, quindi, a dieci anni il tempo di conservazione generale delle scritture contabili, questi sono i principali documenti che un’azienda deve conservare:

 

 

Scritture contabili obbligatorie

 

 

 

 

Libro giornale

Libro degli inventari

Corrispondenza commerciale

Altre scritture che potrebbero essere richieste (ad esempio, libro mastro, libro cassa, libro di magazzino, libro fidi)

Scritture contabili per le società per azioni

Libro dei soci

Libro delle obbligazioni

Libro delle adunanze e delle deliberazioni (assemblee, consiglio di amministrazione, consiglio di gestione, consiglio sindacale, comitato esecutivo, assemblee degli azionisti)

Libro degli strumenti finanziari di partecipazione all’affare

Libro sull’attività di revisione contabile

Scritture contabili per le società a responsabilità limitata

Libro delle decisioni (soci, degli amministratori, collegio sindacale o revisore)

Libro delle decisioni degli amministratori

Libro delle decisioni del collegio sindacale o del revisore

(Di anno in anno, parallelamente a eventuali modifiche nella normativa di riferimento, le voci della tabella potrebbero cambiare.)

Conservazione documenti fiscali

Per la conservazione dei documenti contabili e fiscali, bisogna sempre fare riferimento al già citato articolo 2220 del codice civile: quindi, anche tali documenti dovranno essere conservati per un periodo minimo di dieci anni dalla data dell’ultima registrazione.

Ecco l’elenco delle principali scritture contabili da conservare:

·          Libro giornale;

·          Libro degli inventari;

·          Corrispondenza commerciale;

·          Altre scritture che possono essere richieste (libro mastro, libro cassa, libro magazzino, libro fidi);

·          Libro dei soci;

·          Libro delle obbligazioni;

·          Libro delle adunanze e delle deliberazioni;

·          Libro degli strumenti finanziari di partecipazione all’affare;

·          Libro sull’attività di revisione contabile;

·          Libro delle decisioni.

Tali documenti devono essere conservati in caso di controlli da parte degli organi competenti: Agenzia delle entrate, Agenzia del demanio, Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Conservazione delle fatture elettroniche

Cosa ormai risaputa, dal 1° gennaio 2019 è scattato l’obbligo della fatturazione elettronica. Questo ha determinato diversi quanto radicali cambiamenti nella gestione dei documenti fiscali. Per adeguarsi alla nuova fattura elettronica, aziende e liberi professionisti devono adottare tutta una serie di cambiamenti. Anche, se non soprattutto, per quanto riguarda la conservazione dei documenti fiscali.

La conservazione delle fatture elettroniche, quindi, può avvenire soltanto se le suddette fatture vengono conservate in uno dei formati consentiti: Xml;  Pdf;  Jpg;  Txt.

 

 

Conservazione digitale

Non basta, semplicemente, “mettere da parte” i documenti, anche organizzandoli in maniera ordinata. Bisogna anche adottare tutta una serie di procedure per garantire non soltanto la reperibilità ma anche l’autenticità e l’incorruttibilità dei documenti conservati. Occorre, cioè, garantire che tali documenti siano perfettamente uguali al momento in cui sono stati emessi e/o validati. E questo è particolarmente vero nell’epoca in cui viviamo, che vede un sempre maggiore ricorso ai documenti digitali.

È qui che entra in gioco la conservazione digitale. Obbligatoria nel settore pubblico, fortemente raccomandata nel settore privato, è la garanzia che i documenti conservati siano completamente inalterati.

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