venerdì 13 marzo 2020

Un'ora di sonno a Napoli.....


Napoli ai tempi del coronavirus: anche la pizza è un sogno impossibile
Oggi la città si è svegliata con poco traffico e un silenzio irreale. E si prepara al peggio pregando San Gennaro e rafforzando i reparti di rianimazione
LUIGI VICINANZAPUBBLICATO IL10 Marzo 2020 ULTIMA MODIFICA11 Marzo 20208:03
Osservata dall’alto, Napoli appare insolitamente in pace con se stessa. Poche auto in movimento, a distanza di metri l’una dall’altra come se rispettassero un’impossibile ordinanza stradale antivirus. Il quartiere dello stadio, Fuorigrotta, rimanda a ricordi degli anni ‘60 quando i palazzoni spuntavano l’uno dietro l’altro. Dal decimo piano del grattacielo del Politecnico la vista tutt’intorno è straniante. S’impone Capo Miseno, l’estremità settentrionale del Golfo. 
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Soltanto due o tre anni fà

Un'ora di sonno a Napoli  a Via Cervantes, 

Qualche anno fà, in attesa dellapertura pomeridiana degli uffici dellalbo professionale dei Periti industriali di Napoli, che ha sede a Via Cervantes, a due passi dal Maschio Angioino, mi addormentati sulla panchina  posta difronte al bar sull’asse mediano della strada. 
Il sonno mi arrivò addosso all’improvviso mentre osservavo dei bambini  che andavano in bicicletta che si dirigevano verso le Poste Centrali. Non so dire, neppure oggi, quanto tempo dormii, ma svegliandomi al tocco della mano che mi scuoteva ,restai sbalordito cercando una risposta da dare a chi mi chiedeva se stavo bene, se avevo bisogno di aiuto.
Gli sorrisi come un ebete. Gli risposi rassicurandolo di non preoccuparsi mentre continuava a scrutarmi per capire se era vero quello che andavo dicendo.

Mi chiese se volevo un caffè, ma lo ringraziai ancora una volta senza riuscire a convincerlo. Anche quando si allontanò continuò a girarsi indietro e a guardarmi scrutando i miei gesti.
Mezz’ora di sonno in una strada di Napoli  non mi era mai capitato di farla. Eppure di tempo in questa città ne avevo passato tanto da quando ero ragazzo e andavo da solo fino a San Biagio dei librai a comprare i libri usati per la scuola.

Avevo imparato a destreggiarmi senza farmi irretire dai tanti che cercavano di approfittare di noi ragazzi che la frequentavamo arrivandoci da ogni dove. Anche durante il Servizio militare in marina mi muovevo con tutta tranquillità scansando gli ostacoli fissi ed umani che si frapponevano sul percorso che dovevo effettuare.
Era come stare a casa mia per le strade della mia città meno complesse come tessuto urbano, ma con gli stessi pericoli o incontri inopportuni.

Quel giorno feci un sogno meraviglioso ricordando che a due passi avevo conosciuto e frequentato il maestro Mazzucchi che aveva contribuito con Di Capua a scrivere ‘O sole mio ed altre melodie ugualmente celebri, e  avevo avuto anche modo di misurarmi col mio avvenire di poeta ancora in erba. 
Per qualche motivo mi sono avvicinato ed allontanato da questa realtà che ancora oggi mi tiene impegnato con frequentazioni che hanno riempito per una buona parte la mia vita, rendendola meno arida, lavorando quasi ai suoi margini, che mi ha permesso incontri che non avrei mai avuto. Mi sento come un’incompiuta, ma continuo a coltivare il mio vizio di scrivere per non sentirmi annoiato e in preda a qualche virus come questo che nessuno se lo aspettava.

                                                                                                                Gioacchino Ruocco



Nessun commento:

Posta un commento

NON E' UNA RECLAME - Come togliere velocemente il ghiaccio dal vetro della vostra auto

  Come togliere velocemente il ghiaccio dal vetro della vostra auto Con un acquisto di pochi euro si risolve un problema piuttosto frequente...