martedì 6 giugno 2017

E’ stabiese il finanziere infedele





Cronaca. Scacco ai clan di Scampia. E’ stabiese il finanziere infedele

Nel corso della mattinata odierna, la Squadra Mobile della Questura di Napoli ed il GICO del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 23 indagati e degli arresti domiciliari nei confronti di altri 4, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta di questa Direzione distrettuale antimafia.
La misura cautelare coercitiva personale è stata adottata nei confronti di soggetti a vario titolo gravemente indiziati di partecipazione ad un’associazione camorristica (per una posizione, quella di DI LAURO SALVATORE, uno dei figli di ciruzzo o’milionario, anche della qualità di capo e dirigente dell’organizzazione), di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, di tentato omicidio pluriaggravato, di associazione finalizzata ad estorsioni condotte secondo il meccanismo dei c.d. cavalli di ritorno, di detenzione e porto illegali di armi, favoreggiamento personale aggravato.
L’indagine ha avuto quale obiettivo i rapporti di alleanza tra il clan camorristico della Vanella Grassi ed il clan camorristico Di Lauro, consorterie criminali entrambe operative nell’area di Secondigliano e di Scampia e che hanno realizzato una joint venture nel settore del narcotraffico, finalizzata a garantire l’approvvigionamento delle piazze di spaccio e del sistema di vendite noto come passaggi di mano. L’associazione finalizzata alla organizzazione del traffico di stupefacenti risulta dunque composta quindi da affiliati di entrambe le consorterie criminali che, nel periodo 2012-2014, hanno anche perseguito i propri autonomi obiettivi criminosi.
La Vanella Grassi, impegnata nella faida mortale con gli ABETE ABBINANTE NOTTURNO, ha proseguito nell’azione incessante mirata ad assicurarsi l’egemonia ‘militare’ sull’area; è stato infatti ricostruito il secondo tentativo operato, dopo un precedente fallimento, di eliminare ESPOSITO GIOVANNI, esponente di rilievo del clan ABBINANTE. In tale clamoroso episodio, al gruppo di fuoco della Vanella Grassi si è unito anche un militare della Guardia di Finanza già in servizio presso il Gruppo di Pronto Impiego A.T.P.I. (c.d. Baschi Verdi) di Napoli, soggetto nei cui confronti il GIP ha confermato una piattaforma indiziaria che ne descrive il ruolo di vero e proprio affiliato al clan, a disposizione del latitante MENNETTA Antonio, pericoloso capo della predetta consorteria ed artefice della faida del 2012. Il militare era addetto ai trasporti di stupefacente ed era incaricato di acquisire armi di cui il clan necessitava in quantità sempre maggiori per proseguire i conflitti cruenti in cui era impegnato.
Lo stesso finanziere infedele è risultato essere al centro del gruppo di soggetti (tra i quali vi era un altro finanziere dei Baschi Verdi), al servizio contemporaneamente della Vanella Grassi e dei Di Lauro per l’acquisto, il trasporto e la vendita degli stupefacenti, secondo un sistema articolato e capillare che consentiva di rifornire altre organizzazioni criminali, perlopiù locali, come il clan PESCE MARFELLA ed altri soggetti, gravitanti soprattutto in Puglia.
Entrambi i militari della Guardia di Finanza coinvolti dalle indagini e destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, l’uno per partecipazione al clan camorristico della Vanella Grassi, per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e per tentato omicidio aggravato, l’altro per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, risultano già da tempo sospesi dal servizio.
Secondo quanto ritenuto dal GIP nell’ordinanza cautelare, attraverso le indagini, è stato inoltre possibile ricostruire senza incertezza il ruolo centrale svolto da CORTESE GIOVANNI, alias il cavallaro, nel raccordo tra la sua organizzazione di appartenenza, il clan DI LAURO, e la VANELLA GRASSI, non solo nella gestione della struttura di narcotraffico ma, altresì, nell’organizzazione di un capillare giro di estorsioni fondato sulla capacità di fungere da ricettore dei veicoli rubati/rapinati nell’area nord di Napoli e quindi di imporre, con la tecnica del cavallo di ritorno, il pagamento del riscatto ai proprietari.
Apporto fondamentale alle indagini proviene dalle indagini tecniche, dagli accertamenti e dai minuziosi riscontri operati sia dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli che dal GICO della Guardia di Finanza, a partire dalle serrate investigazioni che hanno condotto alla cattura di MENNETTA ANTONIO sino al disvelamento di strutture organizzate come vasi comunicanti che connettevano la VANELLA GRASSI ai DI LAURO. Di assoluto rilievo inoltre risultano le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia.
Ne deriva un quadro affidabile e completo del sistema di alleanze tra clan camorristici nell’area nord di Napoli, dei loro rapporti con i gruppi criminali della zona vesuviana e di quella flegrea e della loro capacità di acquisire tutte le risorse illecite disponibili

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