giovedì 19 dicembre 2019

CONOSCERE IL RISCHIO Movimentazione manuale dei carichi

CONOSCERE IL RISCHIO Movimentazione manuale dei carichi

Autori: U. Caselli, F. Nappi, D. Rughi Contarp 1 

La movimentazione manuale dei carichi In molti ambiti produttivi, dall’agricoltura all’industria, senza dimenticare le attività tipiche del settore terziario, è richiesto lo svolgimento di attività di movimentazione manuale di carichi (MMC), rappresentati da una molteplicità di elementi semilavorati, finiti, confezioni, come anche di strumentazione di vario genere o di utensili per eseguire specifiche lavorazioni. In proposito i dati forniti dal 5° e 6° European Working Conditions Survey (EWCS) risalenti rispettivamente al 2010 e 2015, dell’European Foundation for the Improvement of Living and Working Condition, evidenziano come in Europa oltre il 30% dei lavoratori svolga attività di movimentazione manuale di carichi. In particolare i lavoratori di sesso maschile risultano essere maggiormente coinvolti (oltre il 40% del totale) rispetto alle lavoratrici (poco più del 20%), a causa del fatto che gli uomini sono addetti in maniera prevalente ad attività “pesanti” proprie del comparto manifatturiero e delle costruzioni. Le lavoratrici risultano essere significativamente coinvolte nel settore della sanità, specificatamente nell’assistenza e nella cura dei pazienti, attività che prevedono fasi di movimentazione. Le medesime evidenze erano già state sottolineate in occasione del 4° European Working Conditions Survey (EWCS) del 2005, che, specificatamente per la realtà italiana, riportava come il 28% dei lavoratori (35% di maschi e 19% di femmine) era adibito per almeno il 25% della tempistica di lavoro ad attività di movimentazione manuale di carichi. Il dato italiano risultava di poco inferiore alla media europea (35% dei lavoratori addetto per almeno il 25% della tempistica di lavoro, a movimentazione manuale). A riprova di tale evidenza, i dati epidemiologici presentati in occasione del 4° EWCS, riferiti ai lavoratori dei 27 paesi della comunità europea indicavano una prevalenza del 22-25% di disturbi muscolo-scheletrici lavoro-correlati, principalmente rappresentati da mal di schiena o dolori muscolari localizzati a livello di collo, spalle ed arti. D’altro canto le statistiche Inail (Rapporto annuale 2017) evidenziano come le malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanico totalizzino circa il 65% (oltre 37.000) delle denunce pervenute all’Istituto nel 2017, in maggioranza rappresentate da affezioni dei dischi intervertebrali correlabili direttamente ad attività di movimentazione manuale di carichi. La movimentazione manuale dei carichi Conoscere il rischio – Movimentazione manuale dei carichi 2 Anche l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha pubblicato nel corso degli anni dati che dimostrano la pressante attualità del fenomeno, in particolare per le affezioni della colonna vertebrale, direttamente collegate alle attività di movimentazione manuale di carichi. Sulla scorta di tali evidenze l’Agenzia ha organizzato nel 2007 la campagna informativa europea "Alleggerisci il carico", con il fine di promuovere un approccio gestionale integrato per i disturbi muscolo-scheletrici lavoro-correlati. A livello nazionale, il Legislatore ha dimostrato una particolare attenzione alla problematica, dedicando nell’ambito del Testo unico sulla sicurezza (d.lgs. n. 81/08 e successivi aggiornamenti), il Titolo VI alla movimentazione manuale dei carichi e contestualmente portando a termine l’aggiornamento delle tecnopatie che godono della “presunzione legale d’origine” con la pubblicazione delle nuove Tabelle delle malattie professionali (MP) nell’industria e nell’agricoltura (decreto ministeriale del 9 aprile 2008). Queste includono alcune malattie muscolo-scheletriche, in precedenza non contemplate, fra cui l’ernia discale lombare (voce 77 nell’industria e 22 nell’agricoltura), dovuta fra l’altro a “movimentazioni manuali di carichi svolte in modo non occasionale in assenza di ausili specifici”. Le evidenze fin qui sinteticamente esposte dimostrano l’attualità di una problematica che proprio in virtù degli effetti anche gravosi sulla salute dei lavoratori, necessita di essere affrontata sia sul piano della valutazione del rischio, sia su quello dell’attuazione delle misure più idonee ed efficaci, in termini di prevenzione e protezione dei lavoratori, per ridurre il livello di esposizione. Per quanto riguardo la valutazione tecnica del rischio, il modello più accreditato in sede scientifica è quello pubblicato nel 1994 dal National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) statunitense; si tratta di una metodologia supportata da evidenze scientifiche derivanti da studi di carattere psico-fisico, che stima il livello di rischio tramite un indice sintetico ottenuto da una serie di indicatori specifici, descrittivi delle modalità con le quali la movimentazione viene eseguita (frequenza e modalità di sollevamento, peso sollevato, tempo di adibizione). Il confronto del valore dell’indice sintetico con le fasce di rischio indicate nel metodo, consente di pervenire ad un giudizio supportato sul piano scientifico e applicabile nelle diverse realtà aziendali. Nel corso degli ultimi anni, il suddetto modello è stato ulteriormente aggiornato ed implementato al fine di renderlo applicabile alla gran parte dei comparti produttivi e ad un numero sempre maggiore di lavorazioni. In definitiva a tutt’oggi abbiamo uno strumento validato a livello internazionale, con il quale procedere ad una puntuale valutazione del rischio da movimentazione manuale di carichi per la definizione ed attuazione delle più efficaci misure di prevenzione e protezione a beneficio dei lavoratori. La movimentazione manuale dei carichi Conoscere il rischio – Movimentazione manuale dei carichi 3 Bibliografia - Rapporto Annuale Inail 2017 Per ulteriori approfondimenti - 4° EWCS del 2005 (https://www.eurofound.europa.eu/it/publications/report/2007/workingconditions/fourth-european-working-conditions-survey) - 5° EWCS del 2010 (https://www.eurofound.europa.eu/it/publications/report/2012/workingconditions/fifth-european-working-conditions-survey-overview-report) - 6° EWCS del 2015 (https://www.eurofound.europa.eu/it/publications/report/2016/workingconditions/sixth-european-working-conditions-survey-overview-report) - Campagna OSHA EU 2007 “Alleggerisci il carico” (https://osha.europa.eu/it/campaigns/ew2007) - OSHA EU E-Facts n. 1 “Musculoskeletal disorders in construction” (https://osha.europa.eu/en/tools-and-publications/publications/efacts/efact01/view) - OSHA EU E-Facts n. 9 “Work-related musculoskeletal disorders (MSDs): an introduction” (https://osha.europa.eu/en/tools-and-publications/publications/efacts/efact09/view) - OSHA EU E-Facts n. 10 “Work-related musculoskeletal disorders (MSDs) in education” (https://osha.europa.eu/en/tools-and-publications/publications/efacts/efact10/view) - OSHA EU E-Facts n. 14 “Hazards and risks associated with manual handling in the workplace” (https://osha.europa.eu/en/publications/e-facts/efact14/view) Data di chiusura del documento 16/04/2019 La movimentazione manuale dei carichi Conoscere il rischio – Movimentazione manuale dei carichi 4 Conoscere il rischio Nella sezione Conoscere il rischio del portale Inail, la Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Contarp) mette a disposizione prodotti e approfondimenti normativi e tecnici sul rischio professionale, come primo passo per la prevenzione di infortuni e malattie professionali e la protezione dei lavoratori. La Contarp è la struttura tecnica dell’Inail dedicata alla valutazione del rischio professionale e alla promozione di interventi di sostegno ad aziende e lavoratori in materia di prevenzione. Per informazioni

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