martedì 17 gennaio 2012

19 gennaio Festa di San Catello




Santu Catiello ‘o sole p’’o castiello! Chi sa quante volte si avverano i detti e l’augurio rivolto al santo ? Che almeno nella ricorrenza della sua festa il sole risplenda nel cielo fino a riscaldare i posti più remoti della città, l’animo di chi è abituato a non credere per la sorte sfavorevole che l’accompagna, sul destino incerto che attraversa di tanto in tanto la storia della nostra città che sembra immensa ed insormontabile quanto piccola per dare pace e sicurezza al nostro avvenire.

Queste note non sono state pensate e ripensate, ma scritte come il mio cuore me le ha suggerite e come il buon centurione voglio ripetere:- Signore, non so degno che tu entri nella mia casa, ma di una soltanto una parola e l’anima mia sarà salva.

A quale santo posso dire tutte le mie pene se non a quello del mio paese. Potrei rivolgermi a San Marco del Rione dove ho abitato nella mia ultima residenza stabiese o a San Nicola della parrocchia dove sono nato e battezzato o a San Michele di Scanzano dove fui cresimato, ma trovo più semplice rivolgermi a te San Catello che sei il protettore di tutta la città  e di tutti gli stabiesi sparsi per il mondo. Mi rivolgo a te che sei la figura unificante di tutti gli stabiesi  e ti chiedo di dare un po’ di pace a quelli che ancora vivono a Castellammare e hanno bisogno di essere difesi contro i turchi di oggi che hanno armi ben più affilate delle scimitarre degli ottomani. Ci portano via il lavoro e le menti migliori senza offendere quelli che restano.

Stendi il tuo manto protettivo sulla città e dai ancora un po’ di vita a quelli che hanno maturato un’aspettativa non di gloria ma di relax, di una passeggiata sul lungomare senza fargli sentire che è l’ultima che gli è rimasta.

Proteggi quelli che stanno nell’indigenza e commuovi alla conversione le forze del male facendogli intravedere il paradiso in cui vivono e che potrebbero rendere più bello e fattivo di opere con la loro forza che invece indirizzano al malaffare, alla cattiva politica del territorio.

Da buon vecchio e da buon pastore fai sentire il tuo carisma come una carezza benevole e paterna a tutti quelli che ti appartengono come tuoi concittadini tra i quali non puoi fare distinzione per l’amore che porti ci riservi.

Benedici questa gente e fa che almeno per oggi il sole spunti per tutti in ogni angolo di questa città che ha bisogno di luce per guardarti e per non perderti di vista.



Un momento della processione a Piazza Monumento





Auguri a tutti i CATELLO

Viene ricordato anche come il "patrono dei Forestieri" per la cordialità mostrata nei confronti dei profughi e dei bisognosi.



Le immagini provengono 
dal Libero Ricercatore  
e dal Gazzettino Vesuviano.com
che si ringraziono

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