giovedì 14 luglio 2016

Un errore chiudere le Terme, si innalza il livello della tensione sociale

Castellammare. I Lavoratori Termali : “Un errore chiudere le  Terme, si innalza il livello della tensione sociale”

Castellammare. I Lavoratori Termali : “Un errore chiudere le Terme, si innalza il livello della tensione sociale”

L’avevamo detto che la questione sociale prima o poi, sarebbe implosa a Castellammare, nessuno ha prestato attenzione ai tanti e tanti lavoratori espulsi a vario titolo dal mondo del lavoro ed ai loro bisogni basilari.
Rivolgiamo nuovamente il nostro pensiero, alla nuova amministrazione, che anche se insediatasi da poco deve conoscere molto bene, cosa significa “LAVORO” in questa Città.
Gli assessori al Bilancio, Partecipate, congiuntamente al Sindaco, non possono non sapere cosa ha significato, chiudere le Terme, per una miope scelta politica, senza badare al dopo.
I Consiglieri Comunali, anch’essi non possono ignorare cosa ha significato, tutto ciò poiché è stato deciso sotto il loro naso, la messa in liquidazione delle Terme, con un atto di Giunta, senza che il Consiglio Comunale potesse discutere nel merito e deliberare di conseguenza.
Ma questa è storia passata, ma recente contemporaneamente, perché presente quotidianamente in tutte le famiglie dei lavoratori termali, che pagano un dazio sociale senza eguali.
Terme significa Castellammare, al pari dei Cantieri e di tante realtà produttive.
Oggi il termalismo vive un momento di ripresa, come lo viveva ieri, ma purtroppo la miopia politica, non ha compreso come rilanciare il settore, quali strade percorrere, noi lavoratori non vogliamo apparire saccenti, ma segnaliamo all’attenzione del Sindaco e degli Assessori al ramo, che:
ASSEMBLEA FEDERTERME – ROMA 7 LUGLIO 2016
– Costanzo Jannotti Pecci: Tornare a crescere è alla nostra portata, se sarà consolidata
la tendenza e i timidi segnali di ripresa di fine 2015 e del 2016
Il Rapporto sul settore termale
I numeri aggiornati del sistema: 380 stabilimenti termali, in 19 Regioni, in 180 Comuni, circa 65.000 addetti diretti ed indiretti, circa 800 milioni di euro di fatturato nel 2015 (che sale a 3 milioni di euro considerando l’indotto in termini di ricettività, commercio e servizi correlati, pari a circa il 10% del valore delle corrispondenti voci nazionali), 15 milioni di prestazioni termali erogate (nel 2014) a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Jannotti Pecci ha fornito lo stato dell’arte del sistema termale del nostro Paese, ponendo l’accento sulle ulteriori potenzialità che lo stesso può esplicare per il Servizio Sanitario Nazionale (in particolare con la riabilitazione termale), in relazione anche a nuove esigenze e fabbisogni di segmenti specifici di assistenza sanitaria. Si è soffermato sul contributo atteso al rilancio delle economie territoriali (medicina del territorio e promozione integrata della risorsa termale), per consolidare nel 2017 i timidi segnali d’inversione di tendenza registrati a fine 2015 e nel 1° semestre 2016.
Queste dichiarazioni, ci portano a chiedere di aprire le Antiche Terme, non come pannicello caldo per la Città, ma in maniera seria e riattivando tutti i servizi termali possibili, senza se e senza ma.
Nello specifico, privati pronti ad lanciarsi nell’avventura termale, risulta che ci siano ed abbiamo già avanzato loro proposte, alternativamente se queste offerte/proposte non sono di vostro gradimento, esprimete il vostro parere, cari Amministratori Cittadini, ma senza paroloni o proposte di difficile attuazione nel brevissimo tempo.
L’attivazione delle Antiche Terme, porterebbe nell’immediato, una ripresa economica per la Città, alberghi compresi, visto che per il momento il turismo è solo quello dormitorio, inoltre l’effetto sui livelli occupazionali sarebbe immediato.
Non bisogna sottovalutare che, riprendere il termalismo significa anche riprendersi quella dignità che la Città ha perso, grazie alla miopia politica.
Inoltre si potrebbe paventare l’utilizzo all’interno delle Antiche Terme, di tutte quelle attrezzature lasciate in balia del vandali, senza tralasciare che una parte di canoni anticipati provenienti dal fitto delle stesse Terme, potrebbe essere investito per la seria tutela degli immobili del Solaro.
Immobili del Solaro che, visto le prime scelte effettuate da questa Amministrazione potrebbero essere il vero tesoro di Stabia, al pari dei tanti reperti archeologici lasciati nell’ Antiquarium chiuso dal 1987, infatti, un serio progetto di rilancio del Solaro potrebbe vedere luce nel breve se, la politica iniziasse a ragionare da imprenditore e non da attento burocrate.
Questo è in sintesi il nostro pensiero, Castellammare non può essere inferiore alla vicina Vico Equense, Torre Annunziata, Contursi, Telese, non c’è ne vogliamo gli amici termali perché ognuno ha una sua connotazione e caratteristica nel panorama termale, le Terme di Stabia ex Terme Stabiane, sono state e sono ancora oggi conosciute nel mondo per le loro 28 sorgenti, Castellammare deve risorgere, è bene che la politica comprenda ciò.
Al Governatore De Luca, che venne a suo tempo nelle Antiche Terme, chiediamo meno cartelli e slogan, più fatti, concretizzi gl’impegni presi con la Città, dimostri che a prescindere dalla collocazione politica degli amministratori stabiesi, Lui opera per il bene dei cittadini.
In ultimo, ma non per minore importanza, siamo solidali a prescindere con tutti gli ex lavoratori che, manifestano per il diritto al lavoro, che non può essere uno slogan, ma sarà per quanto ci riguarda un obiettivo da raggiungere a tutti i costi.

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