lunedì 5 settembre 2011

Castellammare di Stabia

Percorrendo la città in lungo ed in largo con l'aiuto di google ecco che cosa è saltato fuori nella zona di Schito e Annunziatella.



Vedute di Via SCHITO



















Di Castellammare ci sono siti in Internet che offrono solamente il volto maliconico delle cartoline d'epoca, di stampe del passato o di foto patinate e lucenti dei giorni nostri che ritraggono, una su mille, anche qualche bruttezza, che scaturisce dai comportamenti trasgressivi di chi la città la usa e ne abusa solamente per i suoi comodi e per i suoi interessi.
Come tutte le città Castellammare deve essere amata e curata dai suoi figli, vicini e lontani e dai suoi amministratori se vogliamo ritrovarla sempre più bella e più vivibile quando ci ritorniamo o usciamo di casa per affrontare e risolvere le nostre realtà, per conservala nel tempo con le caratteristiche che fin qui l'hanno fatta amare anche a chi vi perviene occasionalmente e continua poi a ritornarci in gran tour.

La Castellammare di oggi vive molte contraddizioni che per lo più scaturiscono dalla politica che su di essa viene esercitata, per gli interessi inconfessabili che le fazioni di potere portano avanti da sempre e molte ancora ne dovrà vivere per recuperare anche il volto che non vorrebbe mostrare.

Il terremoto del 1980 a Castellammare è ancora presente con le sue piaghe che sul lungo mare sono state visivamente sanate ormai da anni, ma nelle zone che sono meno appetitose a livello di speculazione edilizia sono rimaste ad incancrenire il territorio e a preoccupare per l'instabilità dei fabbricati che continuano ad essere abitati.

A due passi dal Cognulo si è ristrutturata piazza Fontana grande e si sono dimenticati i palazzi che le stanno intorno ancora sulle grucce; si è dimenticata Scanzano, si è dimenticata Mezzapietra, di risanare tutte quelle situazioni compromesse che sono un pò dovunque a macchia di leopardo e si permesso ai palazzinari di qualunque paese essi siano di sconfinare nell'assurdo permettendogli di erigere fabbricati in zone che da secoli sono state tenute a verde agricolo o intrecluse dove il traffico soffre una viabilità che non lo aveva previsto, che improvvisamente hanno cambiato destinazione urbanistica.

Come in tutte le realtà dove la politica diventa un affare si fanno quelle cose che servono soltanto a riempire gli occhi e a stordire la mente e il cuore, ma non ad intervenire radicalmente per  risanare il vecchio in maniera decorosa e sicura e a conservare le realtà produttive, come l'agricoltura, che da sola ha salvato da sempre non solo una tradizione ma continua a dare  lavoro a tutte le famiglie che l'hanno eletta come sistema di vita e di sussistenza.

Il territorio è piccolo e lasciarlo allo sbando rischia di essere travolto dall'abusivismo, di stordirlo e di farlo diventare un ricettacolo di illegalità. Non mi si venga a dire che le costruzioni in certe aree a destinazione agricola sono state costruite con il consenso dell'amministrazione comunale, che il piano regolatore le prevedeva. Se è cosi mi chiedo dov'erano i cittadini che promuovono la cultura, la conoscenza, il sapere etutto il resto ? Dov'erano le opposizioni che avrebbero dovuto contrastare lo scempio che è stato messo in essere accostando realtà abitative a realtà industriali o agricole che portano con se rischi chimici, rumore, immissioni nell'atmosfera di odori nocivi, rifiuti che non possono permanere sul territorio più del tempo necessario ad allontanarli, traffico pesante e spreco di combustile durante gli intasamenti ed immissione nell'atmosfera di polveri sottili.


                                                            Immagini dell'Annunziatella



























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